Dopo gli ultimi sviluppi giudiziari sul caso Genova la maggioranza si stava interrogando su che linea politica adottare e le mosse da fare.
Genova – I rumors si rincorrono. Sarebbero questi gli “ultimi giorni” per Giovanni Toti. Il governatore della Liguria, già sospeso, a seguito della maxi inchiesta su corruzione, voto di scambio e finanziamento illecito ai partiti potrebbe presentare le proprie dimissioni già questa settimana. Lo riferisce al Corriere della Sera una fonte vicina al politico, agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso nella sua casa ad Ameglia. Toti si sarebbe sentito abbandonato dai suoi partner di centrodestra. Questo “vuoto politico” avrebbe innescato la decisione del governatore.
Già la scorsa settimana, il centrosinistra compatto aveva chiesto le dimissioni di Toti, attraverso una manifestazione a Genova. E, a seguito degli ultimi sviluppi giudiziari, anche la maggioranza aveva calendarizzato un vertice, previsto per questo venerdì, per decidere la linea politica da adottare. L’incontro al quale Toti, non avrebbe potuto partecipare, sembrerebbe essere stato ora annullato. Ma questa mossa non sarebbe piaciuta al governatore che si sarebbe aspettato più lealtà dai politici del suo stesso colore. A dargli il colpo di grazia, però, sarebbero state le parole del leghista Alessandro Piana. Il governatore ad interim della regione Liguria si è espresso contrario al trasferimento del rigassificatore di Pioltello a Vado Ligure, proposta caldeggiata dallo stesso Toti.
Una scelta politica, dunque, quella dell’ex giornalista oggi esponente di spicco di Noi Moderati, che aprirebbe allo scenario del voto anticipato già in autunno. Qualche indizio, oggi, lo ha fornito anche una dichiarazione di Claudio Scajola, sindaco di Imperia e presidente della Provincia: “Sono contro i processi di piazza, contro le dichiarazioni estrapolate, che poi non rendono la realtà – premette l’ex ministro, big di Forza Italia in Liguria, a margine della riunione del Consiglio provinciale, a proposito della nuova misura cautelare ai domiciliari nei confronti di Toti -. Siamo in una situazione di eccezionalità che non può durare e va risolta, indipendentemente dal fatto che ci sia fondatezza delle accuse”.
Ma secondo la difesa di Toti il Tribunale del Riesame di Genova “ha un’idea medievale dell’interrogatorio e una visione del diritto in termini inquisitori“. Che ricalca, questa la tesi dell’avvocato Stefano Savi, il modello della “confessione sacramentale: si chiede cioè all’indagato il riconoscimento della sua colpevolezza ed il successivo pentimento”. Già solo per questa ragione, obietta il penalista, “l’ordinanza con cui i giudici hanno rigettato l’appello per il ritorno in libertà del governatore ligure merita l’annullamento”. Lo si legge nel ricorso presentato in Cassazione, dopo che gip e Riesame hanno bocciato la richiesta di revoca dei domiciliari di Toti.
Accusato di corruzione, voto di scambio e, da giovedì scorso, anche di finanziamento illecito. Nel ricorso di 40 pagine il difensore contesta le ragioni – definite irragionevoli e contradditorie – dietro la scelta del collegio presieduto da Massimo Cusatti. Che nell’ordinanza di rigetto aveva sottolineato come Toti durante l’interrogatorio avesse ammesso i fatti storici alla base delle accuse rivendicandone però la legittimità. Non è vero, secondo il suo legale, che è stato un interrogatorio “infarcito di tanti non ricordo”. Quanto al rischio di reiterazione del reato, Savi nel ricorso denuncia il tono del provvedimento “ai limiti della irrisione” e ribadisce: “Con quello che gli è successo è da escludere che possa ripetere certi comportamenti”.