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Il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti

Toti e l’inchiesta Liguria, oggi la mozione di sfiducia in Consiglio regionale

Opposizioni all’attacco per farlo fuori. Il governatore in una lettera letta in Aula: “Tentate una spallata che non vi riuscirà”.

Genova – È in corso la seduta del Consiglio regionale della Liguria con all’ordine del giorno la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro il governatore Giovanni Toti. A firmare il documento tutti i capigruppo di minoranza tranne quello di Azione Sergio Rossetti (ex “renziano” del Pd), che ha chiesto congedo per “motivi personali”. In aula il capogruppo della lista Toti, Alessandro Bozzano, ha letto una lettera firmata dal governatore e consegnata all’assessore all’Ambiente Giacomo Giampedrone, che ha potuto incontrarlo su autorizzazione della Procura: “Con una miopia politica con rari precedenti, oggi, con questa mozione di sfiducia, le opposizioni tentano una spallata politica che non solo non riuscirà nei numeri, ma conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, tutta la propria inadeguatezza a guidare questa regione”, esordisce il presidente ai domiciliari.

“Dopo un decennio di costanti sconfitte, politiche ed elettorali, la stessa classe dirigente della sinistra che ha saputo deludere i cittadini più di ogni altra, in una Regione dove fortissime erano le sue tradizioni, oggi intravede, grazie a una inchiesta della magistratura, la possibilità di recuperare un po’ del terreno perduto. E lo fa sfruttando l’eco di un’inchiesta che al momento è solo tale, senza rinvii a giudizio e tanto meno condanne”, sottolinea.

Il governatore Toti

“Nella vostra mozione non c’è nulla di politico, anzi, c’è il contrario”, attacca Toti nella sua lettera. “C’è una politica che anziché difendere le proprie prerogative, autonome e parallele a quelle degli altri poteri dello Stato, se ne fa megafono o ruota di scorta, nella speranza di raccogliere qualche briciola. Che delusione, per gli eredi di una tradizione che della centralità della politica aveva fatto la propria stella polare, ritrovarsi oggi a balbettare e ripetere quanto letto sui giornali circa un’inchiesta ancora tutta da verificare. Ci saremmo aspettati, anche da parte vostra, un’orgogliosa volontà di portare avanti un mandato popolare che pure anche voi per sedere qui avete ricevuto. Ha purtroppo prevalso la volontà di screditare il vostro ruolo e quello del Consiglio di cui fate parte, chiamato da voi a un dibattito pregiudiziale che anticipa le stesse rilevanze istruttorie”.

E ancora, “avete deciso di continuare sulla strada di una politica con la “p” minuscola, subalterna, pur di approfittare di questo presunto momento di debolezza, cercando di raggiungere un obiettivo che non ritenete raggiungibile con le vostre capacità e la vostra credibilità”. Niente dimissioni, dunque. Toti ha poi chiesto a Giampedrone che venga respinta la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni. Mozione che, stando ai numeri presenti in Consiglio regionale, dovrebbe essere neutralizzata: anche considerando eventuali sorprese, i 12 consiglieri dell’opposizione si troverebbero davanti i 18 voti contrari della maggioranza. Nella lettera, secondo quanto anticipato, Toti ha scritto che con la mozione di sfiducia le opposizioni tentano una “spallata politica” a quattro giorni dalle Europee.

Il flash mob fuori dalla Regione Liguria

Fuori dal Consiglio regionale, come già nelle scorse sedute, si sono radunate alcune decine di manifestanti, che hanno mostrato cartelli contro la corruzione in politica e contestato l’arrivo degli eletti di centrodestra. L’associazione “Genova che osa” ha messo in atto un flash mob con alcune paia di scarpe depositate di fronte all’entrata dell’assemblea, accompagnate dallo striscione “contro mafia e corruzione in politica“. All’inizio della seduta in Aula, il consigliere di opposizione Ferruccio Sansa (capogruppo dell’omonima lista) ha chiesto la parola per denunciare che “gli spalti del pubblico in sala” fossero “stati concessi a sostenitori del centrodestra prenotati“. Il presidente dell’assemblea Gianmarco Medusei, della Lega, ha replicato: “Non mi risulta ci siano state prenotazioni, si sono seguite le regole, chi prima arriva prima si siede nei banchi del pubblico”.

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