Le tecniche degli orchi si fanno sempre più affinate ma la polizia postale italiana, di concerto con le strutture internazionali, è in grado di pedinare virtualmente i pedofili che sempre più regolarmente cadono nella rete della giustizia.
Torino – Una fitta rete di pedofili è stata sgominata dalla centro nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online e del compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino al termine di un’indagine che ha coinvolto tutto il territorio nazionale. Oltre 200 uomini sono stati utilizzati per condurre una complessa operazione di contrasto alla pedopornografia online, che ha portato all’esecuzione di 50 decreti di perquisizione, arresti e per poi indagare altrettanti individui, di cui alcuni con precedenti specifici, responsabili di detenzione, diffusione ed in alcuni casi, di produzione di materiale pedopornografico. Tra i files sequestrati dagli inquirenti ci sarebbero anche alcuni raffiguranti azioni sadomaso su bambini poco più che neonati. Per 3 persone sono scattate le manette in quanto le perquisizioni hanno portato alla luce ingenti quantitativi di materiale pornografico ben nascosti.
L’indagine è il risultato dalla collaborazione tra le autorità italiane e la canadese National Child Exploitation Coordination Center (NCECC).
Secondo le prime ricostruzioni, la realtà del Nord America avrebbe riscontrato tra gli utenti di una nota piattaforma di messaggistica istantanea comportamenti in aperta violazione delle regole del portale. A seguito di alcuni accertamenti sarebbe emersa una preoccupante diffusione di materiale pedopornografico di diverso genere: i files variavano da foto che rappresentavano scene di nudo ad altre aventi contenuti raccapriccianti come immagini di violenze sessuali dove le vittime erano spesso neonati. In alcuni casi, come evidenziato poche settimane fa dalle colonne di Pop, si è riscontrata la presenza di materiale autoprodotto in ambito familiare. In alcune immagini venivano coinvolti animali e adottate pratiche di sadismo, cosa che ha permesso, avvalendosi di un protocollo di categorizzazione del materiale illegale condiviso a livello internazionale, di creare una vera e propria profilazione dei criminali in base ai rivoltanti pratiche manifeste ed alle modalità di interazione in rete.
Attraverso una complessa triangolazione tra nickname e indirizzo IP, e successivamente tramite ricerche OSINT, le autorità giudiziarie hanno svolto un vero e proprio pedinamento virtuale, riuscendo in fine a risalire al domicilio dei criminali facendo scattare perquisizioni e manette.
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