Torino: giornalista aggredito, la Digos identifica i 4 responsabili

Perquisite le abitazioni e l’Asso di bastoni. Trovati gli abiti usati durante il pestaggio. Individuati altri 2 militanti di 46 e 35 anni.

Torino – Sono stati identificati tutti i presunti aggressori del giornalista della Stampa, Andrea Joly, vittima di un pestaggio da parte di attivisti di estrema destra. Ai primi due militanti di CasaPound Torino, un 45enne e un 53enne riconosciuti poco dopo i fatti, la Digos della Polizia di Stato ha identificato altre persone. Si tratta di un 46enne e un 35enne. Questa mattina gli investigatori hanno perquisito le abitazioni dei quattro, sequestrando capi di abbigliamento che avrebbero avuto addosso sabato sera, quando durante la festa dell’Asso di bastoni, Joly è stato malmenato dal gruppo perché scattava video e foto.

Gli indumenti sequestrati sarebbero, per l’accusa, gli stessi indossati dal gruppo, sabato e immortalati in almeno tre video dell’aggressione al giornalistaAll’interno del pub Asso di bastoni gli investigatori della Digos, guidati dal dirigente Carlo Ambra, non hanno però trovato nulla di utile alle indagini e non ci sono stati sequestri, a quanto si apprende. I quattro al momento sono accusati di violenza privata e lesioni personali. Dalle prime ore dell’alba, la Polizia di Stato di Torino sta eseguendo le perquisizioni. La via dove si trova il circolo Asso di bastoni è stata chiusa dai blindati dei reparti mobili della Polizia. L’inchiesta è affidata al pm Paolo Scafi. 

Le immagini dell’aggressione

La reazione di Casapound non si è fatta attendere: “Le perquisizioni di questa mattina nei confronti dei nostri militanti e della sede torinese dell’Asso di bastoni, con esito negativo, sono semplicemente uno spreco di soldi pubblici. Siamo al fianco degli indagati e siamo pronti a difenderci in tutte le sedi dove dimostreremo la nostra versione dei fatti”, è il commento in una nota. “Non sappiamo nemmeno se esista un referto e di quanti giorni di prognosi stiamo parlando, ma considerato che già il giorno dopo la vicenda il giornalista ha ripreso a lavorare e a rilasciare interviste in ogni dove, è piuttosto evidente che un litigio nato da una provocazione sia stato ingigantito e strumentalizzato”, attacca il movimento politico.

“Se Andrea Joly non è solo in cerca di visibilità ma voleva davvero documentare l’evento di CasaPound a Torino, perchè non risponde al nostro invito alla festa nazionale che si terrà a Grosseto a settembre? Da parte nostra c’è tutta la volontà e la maturità di gettare acqua sul fuoco e di evitare un clima di tensione e odio che evidentemente a una parte politica invece fa comodo. Non ci faremo intimidire da azioni repressive e continueremo a difendere con fermezza le nostre idee e la nostra libertà di espressione. Chissà se i nostri militanti saranno contesi dai partiti per essere candidati in Parlamento come avvenuto per la Salis, o il presupposto sia partecipare ad azioni di terrorismo e aggressioni vigliacche armate di martelli, cosa ben diversa di un battibecco che ha causato due ginocchia sbucciate”.

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