Torino – Degrado in Barriera: 75 pusher arrestati. Bici e monopattini per la fuga

La Polizia di Stato ha svolto un’articolata attività d’indagine volta al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti. I pusher arrestati sono tutti di nazionalità estera.

Torino – Questa volta l’attività della Squadra Mobile della Questura di Torino, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, in stretta collaborazione con il competente Commissariato di P.S. e con il concorso del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato si è concentrata nel quartiere di Barriera Milano, la zona in gravemente afflitta dal fenomeno dello spaccio per strada, situazione a più riprese evidenziata da numerosissimi esposti di privati cittadini e di comitati di quartiere.

Le modalità dello spaccio e gli accorgimenti adottati per eludere gli interventi di prevenzione e repressione, da parte degli equipaggi del controllo del territorio delle Forze di polizia, hanno richiesto il ricorso ad una strategia investigativa di più ampio respiro.

L’attento studio eseguito dagli investigatori ha evidenziato alcuni luoghi di maggior concentrazione di soggetti dediti allo smercio di stupefacenti, nell’arco dell’intera giornata, ove costoro sono soliti sostare in attesa di potenziali acquirenti, in particolare nel tratto di c.so Palermo, compreso tra via Malone, via Sesia e via Scarlatti. Conseguentemente, d’intesa con la competente Autorità Giudiziaria, a decorrere dalla primavera del 2022, è stata svolta una mirata attività attraverso l’installazione di alcune telecamere strategicamente posizionate in luoghi individuati, che hanno consentito di cristallizzare il fenomeno e di attestare le singole condotte criminose.

Molti i pusher centrafricani nel quartiere Barriera.

Sono stati individuati nel tempo i gruppi di pusher nordafricani, che presidiano la piazza di spaccio con l’ausilio di vedette, nell’arco delle 24 ore, spesso utilizzando biciclette e monopattini per i loro spostamenti, in modo da poter guadagnare repentinamente la fuga, nel caso di un eventuale intervento delle Forze dell’Ordine. Le immagini registrate dalle telecamere hanno pertanto testimoniato l’esistenza di una vera e propria “piazza di spaccio”.

Inoltre l’attività di videosorveglianza, supportata da interventi mirati di equipaggi della Polizia di Stato, ha consentito l’identificazione di numerosissimi soggetti (autori di cessioni ovvero acquirenti di sostanze stupefacenti), di raccogliere preziose informazioni circa le dinamiche e le tecniche di spaccio adottate dai pusher, di sequestrare molteplici dosi di stupefacente di varia natura (crack, eroina e cocaina) nonché di procedere ad arresti in flagranza e ad arresti ritardati di presunti spacciatori.

Nel corso delle lunghe attività svolte, sono stati operati oltre 30 arresti ritardati e 45 arresti in flagranza di reato di stranieri responsabili di condotte di cessione di sostanze stupefacenti, con il sequestro complessivamente di oltre 1 kg di cocaina/crack e di oltre 500 grammi di eroina, nonché della somma contante di circa 50mila euro.

Tantissimi i controlli effettuati dalla Polizia.

Nei giorni scorsi, gli investigatori della Squadra Mobile e del Commissariato “Barriera Milano”, su delega della Procura di Torino, hanno dato infine corso alla notifica dei provvedimenti di arresto ritardato nei confronti di 12 persone di provenienza centrafricana, tutte gravemente indiziate di una rilevante pluralità di cessioni di sostanze stupefacenti protrattesi in maniera costante nel tempo ed evidenzianti abitualità nella commissione dei fatti. Nella giornata di ieri il G.I.P. del Tribunale di Torino, pur convalidando gli arresti ritardati, ha ritenuto di ravvisare a carico degli arrestati unicamente episodi di lieve entità, ovvero la fattispecie di cui al co. 5 dell’art. 73 del D.P.R. 309/90, disponendo la misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. ovvero del divieto di dimora nel Comune di Torino a carico dei 12 stranieri.

Il procedimento penale versa nella fase delle indagini preliminari e pertanto vige la presunzione di non colpevolezza a favore degli indagati, sino alla sentenza definitiva.

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