Torino, albanese rimpatriato per tentato omicidio: era già stato espulso nel 2013

Denunciato per maltrattamenti alla moglie, aveva accoltellato un uomo all’interno del bar della ex.

Torino – Continua l’attività della Polizia di Stato volta al rimpatrio di cittadini stranieri che si sono macchiati di reati che destano particolare allarme sociale.

Nelle scorse ore, personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Torino ha dato corso, a seguito di espulsione prefettizia e decreto del Questore di accompagnamento immediato alla frontiera, al rimpatrio di un cittadino albanese; il provvedimento è stato convalidato dal Giudice di Pace di Torino.

Lo straniero, già espulso e rimpatriato nel 2013, era stato successivamente arrestato e condannato nello stesso anno per violazione del divieto di reingresso ai sensi dell’art.13 c.13 del D. Lgs 286 del 1998 (Testo Unico Immigrazione). Rientrato successivamente in Italia, ha ottenuto nel 2018 un permesso di soggiorno in quanto coniugato con cittadina italiana; tuttavia, ha successivamente posto in essere reati che destano un particolare allarme sociale.

Infatti, nel giugno 2019 le volanti traevano in arresto l’albanese per tentato omicidio nei confronti di un cittadino italiano, ex dipendente del bar della moglie, per averlo colpito con due fendenti al ventre, provocando due ferite sanguinose, che richiedevano un intervento d’urgenza al CTO, essendo il coltello da cucina lungo 34 cm. I due uomini avevano avuto una discussione la sera prima presso i Murazzi e, in considerazione dell’atteggiamento aggressivo dell’albanese nei confronti dell’italiano e della propria compagna, questi ultimi si erano presentati la mattina successiva al bar con una mazza da baseball, iniziando a distruggere una vetrina. Lo straniero, pertanto, era uscito armato di coltello e aveva colpito l’aggressore lasciandolo al suolo sanguinante e continuando a colpirlo con calci e pugni, mentre la fidanzata del soggetto ferito provava ad allontanare lo straniero con la mazza da baseball. Arrivati sul posto, gli agenti delle volanti traevano in arresto l’albanese per tentato omicidio.

L’anno successivo l’uomo è stato, invece, denunciato dalla moglie per diversi episodi di violenza e maltrattamenti posti in essere dal dicembre 2018, anche davanti ai clienti del bar, con atteggiamenti sempre più pericolosi nei confronti della donna, accentuati anche dal fatto che l’albanese avesse cominciato a far uso di droghe oltre ad essere assuntore sistematico di bevande alcoliche e giocatore d’azzardo.

Pertanto, rigettata la richiesta di permesso di soggiorno presentata nel 2020, viste le condanne a 1 anno e 8 mesi per lesioni aggravate della Corte d’appello di Torino del 21 luglio 2020 e la successiva condanna a 2 anni e 8 mesi per maltrattamenti e atti persecutori nei confronti della moglie del 17 dicembre 2021, lo stesso veniva sottoposto a provvedimento di accompagnamento immediato alla frontiera e rimpatriato nella stessa data.

Nella stessa settimana sono state emesse tre misure alternative al trattenimento presso i Centri di Permanenza per i Rimpatri, con ritiro del passaporto e sottoposizione all’obbligo di firma presso il locale Ufficio Immigrazione, nei confronti di un cittadino albanese e di due cittadini egiziani.

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