Rientra l’allarme tsunami. Le onde avevano raggiunto la città di Wajima, a circa 500 chilometri a ovest di Tokyo ed era stata disposta l’evacuazione della zona. Diverse persone ancora sotto le macerie.
Tokyo – Alle 8.10 ora italiana, le 16.10 in Giappone, un terremoto di magnitudo 7.5 è stato registrato al largo della costa occidentale, nella prefettura di Ishikawa, al centro dell’isola di Honshu, la principale del Paese. Le autorità avevano diramato l’allerta tsunami nel mar del Giappone per onde fino a tre metri in sei prefetture, tra cui quelle di Yamagata e Fukui e ordinato alla popolazione di evacuare la zona. Con il tempo l’allerta è rimasto attivo, seppure declassato e considerato “ampiamente scongiurato”. Secondo l’Autorità per il nucleare non ci sarebbero rischi per le centrali. Circa 33.000 case al momento sono senza elettricità nella prefettura di Ishikawa. Diverse persone sono segnalate sotto le macerie e almeno 6 i morti.
Le prime onde, alte circa 1,20 metri, avevano raggiunto la città di Wajima, a circa 500 chilometri a ovest di Tokyo. I conduttori dell’emittente pubblica NHK hanno esortato le persone ad allontanarsi dalla costa e cercare rifugio su terreni più elevati. Le autorità hanno disposto l’evacuazione della zona. In città è anche scoppiato un vasto incendio.
Un secondo forte terremoto di magnitudo 6.2 ha colpito oggi la costa centro-occidentale del Giappone, poco lontano dall’epicentro del sisma precedente di magnitudo 7.5: entrambi sono stati registrati nella prefettura di Ishikawa, ad una profondità di 10 km.
In tutto una raffica di 21 terremoti di magnitudo 4 o superiore ha colpito oggi la costa centro-occidentale del Giappone in poco più di 90 minuti. Diverse case e pali della luce sono crollati. In precedenza c’era stata una scossa di magnitudo 5.5 nella stessa zona. Le scosse sono state avvertite anche a Tokyo – a circa 500 km di distanza – e in tutta la regione di Kanto.
L’allerta tsunami con conseguente evacuazione della popolazione in alcune zone è stata dichiarata anche sull’isola russa di Sakhalin, nella città di Vladivostok e nella vicina Nakhodka, nell’Oceano Pacifico settentrionale. Disposta l’evacuazione dalla zone costiere anche nella regione di Gangwon, in Corea del Sud.
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