Test antidroga per medici e magistrati: la proposta di legge di Noi Moderati

Saverio Romano ha presentato una pdl che se approvata porterà all’obbligatorietà degli accertamenti. Lupi “Norma a tutela dei cittadini”.

Roma – Test anti-droga per “magistrati, giudici e pubblici ministeri, medici e personale dipendente del Servizio sanitario nazionale o di altre pubbliche amministrazioni, dirigenti pubblici”. E’ la proposta del deputato e coordinatore politico di “Noi Moderati”, Saverio Romano. Il centrista, infatti, ha appena presentato una sua pdl – che se approvata – porterà all’obbligatorietà dei test per i soggetti indicati nel testo. “Bisogna istituire l’accertamento obbligatorio antidroga nei confronti di coloro che, per la loro funzione, rivestono particolari responsabilità amministrative o nell’ambito della loro attività potrebbero mettere a rischio l’incolumità pubblica”, afferma il deputato.

La norma prevede l’obbligo per i soggetti coinvolti di “sottoporsi periodicamente ai test tossicologici semestrali”. “E’ una legge -spiega il dirigente del partito guidato da Maurizio Lupi – a tutela dell’interesse generale dei cittadini, contro un fenomeno dilagante”. Previsti test anti-droga anche per i politici, a partire dai parlamentari, fino ai consiglieri regionali, comunali, provinciali e di circoscrizione. Ma per tutti i rappresentanti del popolo, a differenza dei giudici e dei medici, l’accertamento non può avere carattere obbligatorio, anche se viene previsto che i soggetti che dovessero rifiutarsi di sottoporsi all’accertamento non potranno evitare che, di questa loro scelta, venga data notizia nelle stesse forme previste per la pubblicazione dei risultati degli accertamenti eseguiti. 

“Si rischierebbe un problema di costituzionalità per le cariche elettive, qualora introducessimo l’obbligatorietà anche per i politici – dice Romano all’AdnKronos, spiegando la differenza prevista nella norma tra i soggetti coinvolti – Speriamo che ci sia condivisione sulla legge, siamo certo disponibili a fare modifiche” anche “perché ritengo, alla fine, che anche il lavoro del parlamentare rientri tra quelli di ‘particolare responsabilità'”, aggiunge. Nei confronti dei politici, spiega ancora, “si può dire che introduciamo una obbligatorietà non definita, visto che c’è infatti il rischio della decadenza dall’incarico elettivo per chi si rivela recidivo”. Per questo nell’articolato si puntualizza che “chi risultasse positivo ai test” avrà “l’obbligo di sottoporsi a un percorso terapeutico”, a fronte della “sospensione dall’incarico e, nei casi di recidiva, la decadenza dall’incarico”.

La proposta ha suscitato reazioni contrastanti tra i vari schieramenti politici. Mentre molti esponenti della maggioranza di centrodestra hanno espresso il loro sostegno alla misura, sottolineando l’importanza di garantire l’integrità e la trasparenza delle istituzioni, alcuni membri dell’opposizione hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla costituzionalità della proposta e alla privacy dei parlamentari. A sostegno della misura, già da tempo, si è detto il vicepremier Matteo Salvini: “Sono d’accordo per il test anti-droga ai parlamentari... Visto che fanno leggi che incidono sulla vita degli italiani, devono essere lucidi”.

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