Tesori sottratti all’illegalità: 398 reperti archeologici restituiti a Benevento

Dall’ombra del traffico illecito alla luce della valorizzazione: un’importante operazione della Guardia di Finanza e della Soprintendenza ABAP riporta alla collettività quasi 400 manufatti di epoca antica.

Benevento – Momento cruciale per la tutela del patrimonio culturale, stamani, al Centro Operativo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Benevento. Sono stati ufficialmente presentati 398 reperti archeologici, frutto di un sequestro effettuato nel 2013 dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Benevento.

L’operazione, condotta con discrezione ma con determinazione, ha impedito che questi manufatti, di grande valore storico, finissero sui mercati illeciti nazionali e internazionali. Oggi, dopo un lungo processo di catalogazione, conservazione e studio, i beni tornano alla collettività come testimonianze materiali della civiltà antica.

Un patrimonio strappato all’illegalità

Il sequestro dei reperti ha rappresentato il primo fondamentale passo per la loro salvaguardia. Affidati al personale tecnico-scientifico della Soprintendenza ABAP per Caserta e Benevento, sono stati attentamente esaminati per stabilirne la provenienza, nonostante la mancanza di un contesto archeologico originario.

Secondo gli studi, la maggior parte degli oggetti risale a un periodo compreso tra il VII e il IV secolo a.C., con forti legami con l’area del Sannio Caudino e importanti necropoli storiche del Lazio, della Campania e della Puglia.

Tra i reperti spiccano un elmo apulo-corinzio in bronzo, rarissimo e prezioso; vasi attici a figure rosse, tipici della produzione greca; vasi in bucchero e ceramica d’impasto e statuine votive, pendenti in bronzo, lucerne, monete romane d’età repubblicana e imperiale.

Lo splendido elmo apulo-corinzio

Ogni oggetto racconta frammenti di una storia antica, ora restituita alla pubblica fruizione.

Dalla tutela alla valorizzazione: un nuovo percorso espositivo

I reperti saranno integrati nel percorso museale del Centro Operativo di Benevento, diretto dal dott. Simone Foresta, che già ospita importanti collezioni paleontologiche e archeologiche provenienti dalla città e dalla provincia di Benevento.

Le sale dell’ex convento che nel 2001 furono teatro della mostra “Italia dei Sanniti”, torneranno a ospitare le memorie materiali dell’antichità, creando nuove occasioni di fruizione culturale per cittadini e visitatori.

Uno dei vasi attici a figure rosse

Una rete per la legalità e la cultura

Il ritorno di questi beni non è solo un successo operativo, ma anche una lezione di legalità e civiltà. L’iniziativa si inserisce all’interno di un protocollo firmato nel dicembre 2024 tra numerosi enti, tra cui il Comune di Benevento, il Tribunale e Provincia di Benevento, l’Università degli Studi del Sannio e l’ASL di Benevento.

Grazie a questa rete, i reperti potranno essere concessi in prestito a scopi educativi e culturali, contribuendo alla valorizzazione diffusa del patrimonio archeologico del territorio.

La voce delle istituzioni

Il Soprintendente Mariano Nuzzo ha sottolineato l’importanza dell’evento: «La restituzione di questi reperti alla collettività segna un passaggio significativo nella tutela del patrimonio. È così che lo Stato riafferma la propria funzione di presidio culturale e morale, opponendosi all’illecito e promuovendo conoscenza e consapevolezza storica».

Non è mancato un appello alla cittadinanza affinché chi possiede reperti non denunciati li consegni spontaneamente: «La Soprintendenza saprà prendersene cura, tutelarli e valorizzarli come ha fatto questa mattina».

Guardia di Finanza: presidio di cultura e legalità

Il ruolo della Guardia di Finanza è stato cruciale. Non solo in quanto forza investigativa, ma come istituzione al servizio della collettività, attenta a preservare anche il patrimonio culturale oltre a quello economico-finanziario. La restituzione dei reperti dimostra una vocazione sempre più sociale e culturale, in linea con le sfide del nostro tempo.

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