Danno ambientale e di immagine per oltre 66 milioni di euro. Costa (M5S): “Azione risarcitoria in sede civile è molto importante”.
Roma – “Il ministero dell’Ambiente presenta il conto: è stata avviata l’azione di risarcimento del danno ambientale causato dai Pellini”. Legambiente e Libera, che avevano inoltrato al ministero dell’Ambiente la richiesta di azione in sede civile di risarcimento del danno ambientale, commentano positivamente la decisione di procedere contro i tre fratelli “imprenditori”. “Accolta la nostra richiesta- commentano Legambiente e Libera- e grazie alla relazione tecnica dell’Ispra, come anticipato nella risposta ricevuta nel maggio scorso dal ministero dell’Ambiente, l’Avvocatura distrettuale dello Stato ha promosso l’azione di risarcimento del danno ambientale e di immagine, per oltre 66 milioni di euro”.
Le bandiere con il principio di “chi inquina paga”, esposto dalle finestre e dai balconi di Acerra da cittadini e associazioni nello scorso maggio “devono diventare realtà. Sono già trascorsi troppi anni – dicono le associazioni – da quando le responsabilità di chi ha avvelenato questi territori accumulando profitti sono diventate sentenze definitive senza che accadesse nulla per quanto riguarda gli interventi di bonifica e risanamento”. “È necessario che lo Stato agisca immediatamente per guardare con maggiore fiducia al conseguimento del giusto risarcimento per i cittadini che abitano e vivono quel territorio ma questa azione deve diventare un esempio da replicare in tutte le aree del nostro Paese in cui è possibile chiedere a chi le ha
inquinate di risarcire i danni causati all’ambiente”, concludono.
Per il vicepresidente della Camera Sergio Costa (M5s), “l’azione risarcitoria in sede civile intentata dal ministero dell’Ambiente su iniziativa dell’Avvocatura distrettuale dello Stato è molto importante. Si
chiede ai fratelli Pellini, responsabili dei veleni in Terra dei Fuochi, di pagare oltre 66 milioni per il danno ambientale e di immagine. Ringrazio vivamente l’Avvocatura dello Stato distrettuale di Napoli e tutti coloro che stanno promuovendo questa azione che non è una rivalsa, ma giustizia. Chi inquina deve pagare, e lo deve fare concretamente, ristorando il danno ricevuto. Nessuno mai potrà darci indietro le vite delle donne,
uomini e soprattutto bambini morti per i veleni respirati, ma questa azione risarcitoria è un importante segnale di giustizia e potrà essere perseguito anche in altri casi di inquinamento”.