Terni, smantellata “centrale” dei ricongiungimenti: 4mila euro per avere permessi falsi

Ai domiciliari un italiano, un egiziano e un bengalese. Offrivano anche alloggi miseri in cui stipavano gli immigrati.

Terni – Una vera e propria “centrale” di contraffazione de documenti, che offriva ai clienti extracomunitari “pacchetti completi” al costo di circa 4 mila euro in cambio di permessi di soggiorno. A smantellare l’organizzazione è stata la Polizia al termine di un’indagine della polizia coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Perugia.

Ai domiciliari sono finiti, per ordine del Gip di Perugia, un trentenne egiziano e un trentaduenne del Bangladesh e un italiano del 1966, quest’ultimo con obbligo di presentazione in Questura. Tutti e tre sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione di documenti necessari al rilascio di un titolo di soggiorno e a favorire così il ricongiungimento familiare. Altri 25 soggetti sono indagati.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Perugia, ha coinvolto oltre 100 agenti e numerose perquisizioni. L’operazione è stata condotta dalla squadra mobile di Terni e dal Servizio centrale operativo, con il supporto delle questure di Roma, Perugia, Frosinone, Macerata, Ascoli Piceno, L’Aquila, Teramo, Viterbo, Rieti, Grosseto, Siena e del Reparto prevenzione crimine.

L’indagine è partita dopo una segnalazione alla Procura di Terni dall’ufficio anagrafe del Comune su “frequenti quanto sospette” richieste di residenza o di cambio di essa da parte di stranieri (in prevalenza originari di Pakistan, Afghanistan, Egitto e Iraq) in alcuni appartamenti del centro cittadino.

Nel corso degli accertamenti, poi coordinati dalla Dda di Perugia, è emersa la figura di un egiziano titolare di alcune attività commerciali, che avrebbe consentito, tra l’altro, a vari extracomunitari di ottenere o rinnovare il titolo di soggiorno, procurando loro locazioni, poi accertate come fittizie (in un caso in 38 metri quadri sono risultati formalmente residenti in 14), in modo da poter richiedere la residenza.

Hanno quindi portato a ipotizzare un’associazione per delinquere attiva in provincia di Terni e che ruotava attorno a lui che riceveva-faceva circa 800 telefonate al giorno e ritenuto in grado di far ottenere i documenti necessari per conseguire il rilascio del permesso di soggiorno, il rinnovo, la trasformazione in quello di lungo periodo CE, ovvero ad ottenere il ricongiungimento in Italia con familiari residenti all’estero. 

L’indagine proseguirà con ulteriori approfondimenti sulla documentazione sequestrata. Le forze dell’ordine continueranno a monitorare le attività sospette per garantire la sicurezza e il rispetto delle leggi sull’immigrazione.

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