Fonti della Farnesina spiegano che l’uomo era stato fermato alla frontiera di Cucuta. Non sono noti altri casi di connazionali.
Roma – Arrestato e poi rilasciato: è quanto accaduto a un italo-venezuelano ieri nel Paese del Sud America. Lo rendono noto fonti della Farnesina spiegando che “ieri 7 gennaio alle 14 circa (le 19 in Italia) abbiamo ricevuto la segnalazione del cittadino italo-venezuelano fermato attorno alle 11 alla frontiera colombiana-venezuelana di Cucuta”. La Farnesina, spiegano le stesse fonti, appena saputo del fermo, ha “chiesto subito l’intervento del viceconsole onorario di Tachira e contattato il commissario della polizia diplomatica a Maracaibo. L’italo-venezuelano è stato rilasciato alle 16 ora locale, dopo circa cinque ore e mezzo di fermo. La famiglia è informata. Non sono noti altri casi di connazionali fermati dalle autorità venezuelane”, si aggiunge.
Il ministro degli Interni, della Giustizia e della Pace, Diosdado Cabello, ha spiegato che l’arresto è avvenuto dopo che l’uomo era stato individuato mentre attraversava la frontiera utilizzando “una strada sconnessa tra i valichi”, quelle che i venezuelani chiamano “trochas”. Un ingresso nel paese considerato molto sospetto. Insieme all’italiano era stato arrestato anche un cittadino colombiano: entrambi sono stati accusati di essere “mercenari”, che avrebbero avuto un ruolo all’interno di un presunto “complotto” per rovesciare il governo del presidente Nicolás Maduro. La vicenda si inquadra nel clima che si è venuto a creare dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio che hanno confermato Maduro (ma l’esito è stato oggetto di contestazioni e proteste): da allora in Venezuela sono stati arrestati 127 cittadini stranieri (svizzeri, tedeschi, americani, spagnoli, italiani, ucraini, albanesi e olandesi) che ora sono detenuti e per molti l’accusa è stata proprio quella di essere presunti mercenari.
I numeri sono stati riferiti da Cabello. Quello che emerge è che in Venezuela il clima di grande tensione continua a perdurare e anzi, si sta accentuando in attesa dell’insediamento di Nicolás Maduro che ha annunciato l’attivazione dei cosiddetti “organismi di gestione integrale” (Odis). Si tratta di una struttura che centralizza il potere politico, le Forze Armate, la Milizia Nazionale Bolivariana, le forze di polizia e i gruppi comunitari, con la motivazione di “difendere la pace” nei giorni che precedono il 10 gennaio, data in cui intende prestare giuramento e insediarsi per il suo terzo mandato da presidente del Venezuela.
Il leader dell’opposizione venezuelana in esilio Edmundo Gonzalez Urrutia, riconosciuto come il presidente eletto da molti Paesi, intanto ha condannato il rapimento del suo genero da parte di “uomini incappucciati”. “Mio genero Rafael Tudares è stato rapito – ha scritto Gonzalez Urrutia su X – Rafael stava andando alla scuola dei miei nipoti per accompagnarli all’inizio delle lezioni, è stato intercettato da uomini incappucciati, vestiti di nero, che lo hanno fatto salire su un furgone color oro e lo hanno portato via”.