Tariffario Oms dello stupro: in Congo vale 250 euro

L’Associated Press ha denunciato il risarcimento offerto dall’Organizzazione della sanità a 150 donne congolesi violentate da membri dell’organizzazione.

Duecentocinquanta euro per riparare ad uno stupro e nemmeno in contanti ma attraverso corsi di formazione per aiutare le vittime di abusi a diventare autosufficienti. La notizia arriva da Associated Press che ha denunciato l’irrisorio risarcimento offerto dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità alle 150 donne che tra il 2018 e il 2020 sono state violentate dai membri dell’agenzia operativi sul campo per contrastare un focolaio di Ebola.

Notare che l’Oms è considerata la massima istituzione mondiale nell’ambito della sanità, la stessa dalle cui labbra si pendeva durante i mesi dell’emergenza Covid. Sono sostanzialmente identificati come i buoni, quelli che per conto dell’Onu si occupano di questioni di vita o di morte, ancor più nei Paesi più poveri del pianeta. Evidentemente non è proprio così, perché documenti riservati consultati dall’agenzia di stampa statunitense hanno fatto emergere alcuni dettagli di quello che è già conosciuto come il peggiore scandalo di abusi nella storia dell’Oms, che ha visto almeno 83 persone incriminate per “abuso sessuale e sfruttamento” ai danni di centinaia di donne della Repubblica democratica del Congo.

150 donne violentate da membri dell’Oms durante l’epidemia di Ebola

La vittima più giovane ha 13 anni e anche tra quelle “risarcite” c’è chi chiede “giustizia” perché la cifra donata “è a malapena abbastanza” per riparare al danno fatto. Nessuna cifra è in grado di riparare ad un abuso sessuale ma certo non aiuta sapere che l’indennizzo concesso dall’Oms alle vittime di stupro è, secondo l’agenzia di stampa americana – “inferiore a quanto prendono su base giornaliera alcuni funzionari delle Nazioni Unite“. Gli stessi documenti hanno inoltre fatto emergere che degli 1,5 milioni di dollari stanziati dall’Oms per la prevenzione degli abusi sessuali in Congo per l’anno 2022-2023, più della metà è destinata agli stipendi degli operatori, mentre solo il 35% del totale è dedicato al “supporto delle vittime”.

Sempre secondo quanto denuncia Ap, alcuni ufficiali di alto livello all’interno dell’agenzia Onu sarebbero stati a conoscenza delle violenze subite dalle donne del Paese, ma non avrebbero fatto nulla per impedirli e anche a scandalo scoperto nessuno di loro è stato licenziato. Diverse donne hanno denunciato di essere state costrette a rapporti sessuali con gli operatori Oms in cambio di posti di lavoro o favori. Molte di loro sono rimaste incinte a seguito degli abusi e hanno dovuto mantenere le spese mediche per portare avanti le gravidanze indesiderate.

Interpellata dai giornalisti americani in merito all’esiguo ammontare del rimborso, l’Oms ha dichiarato di avere scelto il compenso per le vittime sulla base delle linee guida globali dell’organizzazione e sulle stime del potere di acquisto in Congo, aggiungendo che in futuro chiederà alle vittime cosa fare per essere ulteriormente confortate. Ragionano così dalle parti del Palazzo di vetro: stimano il corpo di una donna in base al Pil del Paese d’appartenenza, secondo una cinica tabella improntata al censo. I negrieri di una volta, per quanto spregevoli, erano decisamente meno ipocriti. E soprattutto non dovevamo pagarli a peso d’oro con i nostri soldi.

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