“Tanto una volta si vive, una volta si muore”: 81 anni fa il sacrificio di Salvo D’Acquisto

L’Arma dei carabinieri ricorda l’eroe della Resistenza che sacrificò la sua vita per salvarne altre 22. Crosetto “Eroico e immortale”.

Roma – “Tanto una volta si vive, una volta si muore”. Il coraggio eroico di Salvo d’Acquisto è impresso in questa frase, da 81 anni e per sempre, nella storia italiana. Il 23 settembre 1943 il vice brigadiere dei carabinieri, appena 23enne, compie un atto che resterà per sempre nella storia. Decide di sacrificarsi, autoaccusandosi al posto di 22 innocenti, per un presunto attentato compiuto ai danni delle S.S. Per questo riceverà la medaglia d’oro al valore militare alla memoria. “Il suo esempio, eroico e immortale, continua a ispirare gli uomini e le donne della Difesa, che ogni giorno scelgono di servire la collettività con coraggio e dedizione“, lo ricorda oggi il ministro della Difesa, Guido Crosetto. E lo ricorda l’Arma, eroe della Resistenza e simbolo di quella divisa.

Il luogo principe della commemorazione è la sua Napoli, che ha ricordato il vice brigadiere con due corone d’alloro deposte sulla tomba, nella chiesa di Santa Chiara, e davanti al monumento a lui dedicato. Alla cerimonia erano presenti i generali: Marco Minicucci, comandante interregionale Carabinieri Ogaden; Canio Giuseppe La Gala, comandante Legione Carabinieri Campania; Scandone, comandante provinciale Carabinieri Napoli; Ciro Lungo, comandante dei Carabinieri Forestali Campania. Ma chi è questo giovane eroe di cui si conosce soprattutto la drammatica fine? Salvo D’Acquisto nasce a Napoli il 15 ottobre 1920. A diciannove anni, nel 1939, si arruola volontario nell’Arma, diventando carabiniere il 15 gennaio del 1940.

Salvo D’Acquisto

Nello stesso anno, ad ottobre, viene inviato in missione a Tripoli, rimanendo circa due anni. Nel 1942 in piena Seconda Guerra Mondiale rientra in Italia e consegue a fine anno, dopo avere frequentato un corso accelerato, la nomina di vice brigadiere. Viene inviato presso la stazione di Torrimpietra, a 30 km da Roma. In seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943 un reparto tedesco delle SS occupa una caserma abbandonata situata alla Torre di Palidoro, proprio nella zona di Torrimpietra del vice brigadiere D’Acquisto. Il 23 settembre 1943 un’esplosione accidentale nella caserma provocò la morte di due soldati nazisti. Le forze di occupazione arrestarono 22 civili minacciando di fucilarli come rappresaglia. D’Acquisto, pur sapendo dell’innocenza dei prigionieri, si offrì volontariamente come unico responsabile dell’incidente, salvando così le loro vite. Fu fucilato dai nazisti a soli 23 anni. 

Nel rapporto del 25 gennaio 1945 n. 20/7-11 di protocollo riservato, inviato dal comandante della Legione di Roma al Comando Generale dell’Arma, si legge che la sera del giorno dell’esecuzione di Salvo D’Acquisto alcuni militari tedeschi, parlando con una giovane del luogo, affermarono che il sottufficiale era “morto da eroe, impassibile di fronte alla morte“. Alla sua memoria, il Luogotenente Generale del Regno, con decreto “Motu Proprio” del 25 febbraio 1945, gli conferì la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde naziste, insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pur essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile d’un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così, da solo, impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma“.

Non pochi comuni italiani hanno dedicato al suo nome strade o piazze, così come sono a lui intitolate numerose caserme dell’Arma nel cui culto era cresciuto Salvo D’Acquisto. Un giovane di appena 22 anni che, con “straordinario coraggio, – scrive su Facebook il presidente del Senato, Ignazio La Russa, – scelse di sacrificare la propria vita per salvare quella di 22 concittadini durante un rastrellamento delle truppe naziste. Il suo gesto rimarrà per sempre impresso nella storia della nostra nazione, quale simbolo di altruismo, eroismo e amore per la patria”. Il gesto di D’Acquisto, “giovane ispirato dai valori cristiani e oggi ‘Servo di Dio’, ha lasciato un’eco perenne e rimane un fulgido esempio di altruismo e solidarietà”, aggiunge il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

Una Fede incrollabile quella di Salvo d’Acquisto, racchiusa in una sua frase: “Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura”. E in una lettera alla madre, disse che bisogna “rassegnarsi ai voleri di Dio a prezzo di qualsiasi dolore e di qualsiasi sacrificio”. Il suo gesto ha mostrato al mondo quel messaggio: Giovanni Paolo II disse pensando a lui che “la storia dell’Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità nell’adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio stato“. Nei 100 anni dalla nascita di Salvo D’Acquisto una fiction con Beppe Fiorello, trasmessa da Rai1, le celebrazioni annuali, la toponomastica delle varie città, l’emissione di francobollo commemorativo hanno fatto sì che il nome dell’eroico carabiniere non fosse coperto dall’oblio.

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