Arrestato con 3mila euro in contanti: avrebbe pilotato i malati verso cliniche private in cambio di mazzette. Coinvolti medici e imprenditori.
Roma – Un dirigente sanitario della Capitale è finito dietro le sbarre con l’accusa di aver orchestrato un sistema di corruzione che coinvolgeva pazienti bisognosi di trattamenti dialitici. Il responsabile dell’unità di Nefrologia del nosocomio romano è stato fermato insieme a un uomo d’affari attivo nel settore delle apparecchiature mediche per la dialisi.
Le forze dell’ordine hanno bloccato i due dopo un incontro avvenuto nelle vicinanze degli uffici regionali. Durante il controllo, gli agenti hanno scoperto tremila euro in banconote di vario taglio all’interno del veicolo del sanitario, somma che sarebbe stata appena consegnata dall’imprenditore.
L’inchiesta, condotta dal gruppo specializzato nei crimini contro la pubblica amministrazione, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di dodici persone. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il meccanismo illecito prevedeva lo spostamento sistematico di pazienti verso strutture sanitarie private dove il medico avrebbe avuto interessi economici diretti o indiretti.
Il professionista avrebbe impartito direttive al personale sanitario per orientare i malati dimessi verso specifici centri, ricevendo in cambio compensi in denaro contante e altri vantaggi. Per occultare i flussi di denaro illegali, sarebbero state utilizzate fatture fittizie emesse da un’azienda creata appositamente tramite prestanome, nella quale il sanitario non risultava formalmente coinvolto.
Oltre ai due fermati – uno condotto in istituto penitenziario e l’altro posto agli arresti domiciliari – la magistratura ha disposto perquisizioni nei confronti di altri medici, operatori economici e società collegate all’inchiesta. Si attende ora la fissazione dell’udienza di convalida da parte del Gip.