TANGENTI E CORRUZIONE: COINVOLTI PARLAMENTARI

Nel polverone giudiziario, fra gli altri, il senatore Luigi Cesaro e il deputato Antonio Pentangelo, quest’ultimo membro della commissione Antimafia alla Camera. Le indagini proseguono in altre direzioni.

Un sistema di tangenti e concessioni perfettamente funzionante è stato sventato dal nucleo di polizia Economica della Guardia di Finanza di Napoli, dagli uomini della Squadra Mobile di Napoli e del commissariato di polizia di Castellammare di Stabia. Le misure cautelari sono state 9, di cui sette sono già eseguite (sei arresti domiciliari e un obbligo di firma), mentre per le altre due verrà richiesta l’autorizzazione al Parlamento poiché coinvolti due parlamentari. Sono questi i dati che emergono dagli ultimi sviluppi dell’inchiesta antimafia denominata “Olimpo” che è stata avviata per presunta corruzione nella realizzazione dell’opera di riqualificazione in area abitativa e di housing sociale dell’ex sito Cirio, nel comune di Castellammare di Stabia. A finire nell’occhio del ciclone giudiziario sono il senatore Luigi Cesaro e il deputato Antonio Pentangelo. Entrambi provengono da Forza Italia e vantano una stretta amicizia con Silvio Berlusconi. I loro nomi sono entrati nell’inchiesta sulla scorta dei precedenti incarichi istituzionali ricoperti in Campania. Sia Cesaro che Pentangelo hanno rivestito il ruolo di presidenti della Provincia di Napoli, ovvero l’ente che nominò il commissario ad acta (Maurizio Biondi) e che rilasciò il nulla osta per i progetti presentati dalle società dell’imprenditore stabiese Adolfo Greco. Proprio Greco era stato arrestato nel dicembre del 2018 con l’accusa di collusione con la camorra stabiese. Per lui sono già tre le denunce in due anni.

Inoltre anche l’ingegnere Antonio Elefante, persona di fiducia di Greco, è stato raggiunto da misura cautelare. Il professionista pare abbia avuto contatti telematici di dubbia natura con Maurizio Biondi. Per i due parlamentari i reati ipotizzati sono corruzione, falso ideologico in atto pubblico e rivelazione di segreto di ufficio. Nello specifico Pentangelo e Cesaro sarebbero stati ricompensati con un orologio Rolex e circa 10 mila euro per la nomina di Biondi a commissario ad acta. Una mossa scaltra che avrebbe indirizzato i lavori dell’ex Cirio verso gli interessi di Adolfo Greco. Proprio la Procura di Torre Annunziata avrebbe tracciato un profilo di Biondi certamente poco esaltante:“…Legato da uno stretto rapporto personale e professionale a Luigi Cesaro…”. Sembrerebbe, infatti, che lo stesso commissario condividesse lo studio di via Depretis con il figlio del parlamentare, Francesco Casaro.

Il momento dell’arresto

Non solo ma da quanto emerge dalle indagini, la ramificazione dei traffici di Adolfo Greco spaziava dal campo dell’imprenditoria a quello della politica. Sembrerebbe, infatti, che Greco sia intervenuto direttamente sull’imprenditore Giuseppe Imperati per far sì che l’immobile di piazza Bovio 8, Napoli, venisse concesso in locazione al partito di Cesaro e Pentangelo per un importo totale di 3.000 euro mensili anziché 5.000. Oltretutto Greco avrebbe spinto affinché l’Imperati sostenesse economicamente la campagna elettorale di Francesco Cesaro (al momento non coinvolto nelle indagini). La somma che sarebbe stata versata, tramite l’intermediazione di Antonio Elefante, nei confronti del commissario ad acta Maurizio Biondi, sarebbe stimabile intorno ai 12.000 euro.

Le indagini, però, non implicherebbero soltanto il centrodestra italiano. Anche il Pd sembrerebbe marginalmente coinvolto nella storia della riqualificazione dell’ex impianto Cirio. Gli inquirenti stanno cercando di chiarire i rapporti intercorsi tra il 2013 e il 2014 tra il consigliere del Pd Mario Casillo, attualmente indagato per traffico di relazione, e Adolfo Greco. Sembrerebbe che i due, già circa un decennio fa, cercarono di trovare un modo per aggirare la legge regionale 35/87 che rendeva difficoltosa la riconversione del sito.

Nicola Morra

Antonio Pentangelo fa parte della Commissione antimafia della Camera e un passo indietro sarebbe d’obbligo, considerata la situazione. Al momento però il deputato berlusconiano non sembra deciso ad abbandonare il suo incarico preferendo l’auto sospensione temporanea, per meglio difendersi, fino a quando non verrà chiarita la sua posizione:“…Resto esterrefatto – ha dichiarato Pentangelo – per il mio paventato coinvolgimento in ipotesi di reato per una vicenda della quale viene fornita, per la mia posizione, una ricostruzione totalmente diversa dalla realtà…”.

Ben più incisivo è sembrato il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra:“…Non si può e non si deve in nessuna maniera infrangere l’onorabilità della Commissione – ha aggiunto Morra – la richiesta d’arresto per Pentangelo e Cesaro è inquietante e lascia totalmente sconcertati…”. Le indagini proseguono anche in altre direzione.

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