Tajani: “Soldati italiani non si toccano, altri attacchi sono scelta volontaria Israele”

Il vicepremier: “Scritto a ministro Esteri israeliano, aspettiamo inchiesta: prove inequivocabili, sono autori spari contro basi Unifil”.

Roma – “I soldati italiani non si toccano, non sono militanti di Hezbollah”. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, dopo che l’esercito israeliano ha colpito basi italiane Unifil in Libano, entrando a Torino nel Grattacielo della Regione Piemonte è su tutte le furie. “Quello che sta accadendo – ha aggiunto Tajani – è inaccettabile”.

Tajani annuncia di aver “scritto di nuovo al ministro degli Esteri israeliano: aspettiamo che facciano l’inchiesta e, visto che ci sono prove inequivocabili che sono stati i soldati israeliani a sparare contro le basi Unifil, e stamattina c’è stato un altro incidente in una base in cui c’erano una settantina di soldati italiani, ribadisco che è inammissibile”. E aggiunge: “Hanno fatto il loro dovere. Siamo vicini ai nostri militari, stiamo seguendo minuto per minuto quello che sta accadendo”.

L’ultimo incidente a cui si riferisce Tajani è quello di questa mattina, dopo quello di ieri: due peacekeeper sono rimasti feriti a causa dei colpi d’artiglieria sparati dalle Idf contro la base dell’Unifil a Naqura, nel sud del Libano. Lo scrive il sito di Haaretz. I media libanesi avevano in precedenza spiegato che a essere colpito era stato il battaglione cingalese. Sarebbe stato un carro armato israeliano Merkava a prendere di mira una delle torri di osservazione dell’Unifil e a sparare ferendo i peacekeeper del contingente dello Sri Lanka, scrive l’agenzia di stampa libanese ufficiale Nna, spiegando che l’attacco è avvenuto sulla strada principale che collega Tiro a Naqura, dove si trova il centro di comando dell’Unifil, di fronte a un posto di blocco dell’esercito libanese. Ieri un un attacco simile erano rimasti feriti due peacekeeper indonesiani.

Secondo quanto riferito dal quotidiano libanese, affiliato a Hezbollah, Al Akhbar, Israele spera di rimuovere l’Unifil dal Libano meridionale e di sostituire i peacekeeper con una forza internazionale alternativa. Il ministero degli Esteri di Beirut ha intanto condannato i colpi d’artiglieria sparati dalle Idf contro la base. ”Noi continuiamo a dire che le basi dell’Onu devono essere tenute al di fuori perché servono a garantire la pace nella martoriata terra del Medio Oriente. Continuiamo a mantenere ferma la nostra posizione di condanna per quanto accaduto. Se continuano a ripetersi vuol dire che è una scelta volontaria non si può parlare di incidente”, ha concluso il vicepremier.

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