Il Ministero della Sanità mette in guardia le Asl dai rischi della “droga degli zombie”, attente a dipendenti infedeli che possono rubarla.
Roma – Allerta massima in Italia per il Fentanyl. Il Ministero della Salute, dopo l’allarme lanciato a maggio scorso, ha inoltrato un messaggio a tutte le Asl del territorio nazionale. Solo nel 2022 negli Usa, il farmaco ribattezzato la “droga degli zombie” ha provocato oltre centomila morti per overdose. Quel potente oppioide era stato trovato a Perugia. A pochi mesi dalla presentazione del Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio della droga tanto temuta e di altri oppioidi sintetici, una nota della direzione della Prevenzione del ministero della Salute ha elevato l’allerta a ‘Grado 3’ dopo “l’identificazione di Fentanyl in eroina da strada a Perugia“, a maggio appunto, certificata dalle analisi condotte subito dopo.
Il Fentanyl è stata anche al centro dell’intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, alla conferenza stampa di presentazione, a palazzo Chigi, della Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia. “Abbiamo disposto una mirata attività di monitoraggio sulla diffusione all’interno degli istituti penitenziari”, ha detto il Guardasigilli, “sia sull’utilizzo del farmaco che sulle prassi di somministrazione”. L’allerta è ora ai massimi livelli anche nelle Asl italiane, dove si temono furti da parte di dipendenti infedeli. Caso che si è verificato, per esempio, a Monza, mentre lo scorso maggio era stata avviata un’indagine dai carabinieri nei confronti di un’ex infermiera di un ospedale di Firenze.
Ora il Ministero della Salute ha invitato gli ospedali a sensibilizzare il personale sulla segnalazione di particolari sintomi, come euforia, rilassamento, sedazione e confusione. Alle strutture sanitarie è stato raccomandato di dotarsi di naloxone, il farmaco antagonista degli oppioidi da utilizzare come salva-vita in caso di overdose. Negli Usa è già emergenza, con circa 180 decessi al giorno, mentre in Italia – dove al momento il fenomeno è contenuto ma gli alert cominciano a intensificarsi – l’intelligence segnala un interessamento della ‘ndrangheta, che starebbe valutando la convenienza dell’immissione sul mercato della sostanza.
E a quanto pare ci hanno messo gli occhi – e non solo – i signori del cartello di Sinaloa tra i più influenti del Messico nel narcotraffico. A riprova di ciò, il 26 luglio scorso Ismael ‘El Mayo’ Zambada, figura chiave del cartello di Sinaloa e uno dei signori della droga più influenti del Messico, è stato arrestato a El Paso, città di confine del Texas. Oggi il prodotto finito, le pastiglie che arrivano negli Usa, vengono prodotte in larga parte in territorio messicano, in particolare dal cartello di Sinaloa. Ma i componenti chimici per produrre il fentanyl, arrivano dalla Cina. Il capoluogo della provincia di Hubei da anni è un centro di sviluppo farmaceutico d’eccellenza che esporta prodotti sanitari e farmaci. Negli anni ha formato una classe di esperti nel settore che in breve tempo hanno provato a sfruttare le proprie conoscenze per arricchirsi. Così molti di loro si sono messi a sintetizzare pasticche di fentanyl e a spedirle via posta direttamente negli Stati Uniti.
Una delle principali piazze di spaccio è il web. E a fronte di queste fredde e agghiaccianti cifre, in Italia sono stati potenziati, tra l’altro, i controlli ed il monitoraggio dei Nas; sono previste campagne di informazione e formazione del personale sanitario e la Polizia verrà dotata di tecnologie ad hoc per la rilevazione delle droghe sintetiche. Il pericolo è concreto se si pensa che bastano 1-2 milligrammi di Fentanyl a provocare la morte per soffocamento, in più ha bassi costi e si può nascondere facilmente (in un’operazione in Italia lo scorso anno è stato ritrovato nascosto tra le pagine di libri). Non solo: in circolazione ci sono anche sostanze simili che sono 100mila volte più potenti della morfina (il Fentanyl è 50-100 volte più impattante).