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Strage di Erba, il pg: “Su Olindo e Rosa cascate di prove”. Nuova udienza il 16 aprile

A chiedere il rinvio la difesa. Nessuna ripresa tv per la coppia. Per il procuratore inverosimile anche la pista della droga.

Brescia – L’udienza nel processo di Olindo Romano e Rosa Bazzi, quello in cui si discutono le istanze di revisione dell’ergastolo al quale erano stati condannati per la strage di Erba, è stata rinviata al 16 aprile. A chiedere il rinvio è stata la difesa, nell’intento di guadagnare tempo per rispondere adeguatamente al procuratore generale di Brescia Guido Rispoli e all’avvocato generale Domenico Chiaro. Durante l’udienza per l’istanza di revisione del processo i due inoltre non potranno essere inquadrati dalle tv.

Olindo e Rosa sono stati condannati per il massacro perpetrato l’11 dicembre del 2006 a Erba, nel Comasco. Allora morirono la giovane mamma Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, di due anni, Paola Galli, madre di Raffaella e nonna del piccolo, la vicina di casa Valeria Cherubini. Mentre Mario Frigerio, il supertestimone oculare, rimase ferito ma si salvò e morì nel 2014. I legali della coppia hanno chiesto l’istanza di revisione del processo, puntando su prove nuove, a loro avviso, che potrebbero portare alla assoluzione a 18 anni dell’eccidio. Della strage inizialmente era stato sospettato Azouz Marzouk, il marito tunisino di Raffaella e padre del bimbo, con trascorsi per droga. Poi però le prove avevano portato ai coniugi Romano, i vicini di casa, i quali all’inizio avevano confessato l’omicidio per poi ritrattare e infine sono stati condannati all’ergastolo. I loro legali però ora mettono in discussione il riconoscimento di Olindo fatto da Frigerio, le confessioni (poi ritrattate) dei due coniugi, la macchia di sangue di una delle vittime trovata nella macchina di Olindo che a loro avviso sarebbe stata contaminata. E per questo hanno chiesto la revisione del processo.

Olindo Romano e Rosa Bazzi

All’udienza di stamani, in tribunale a Brescia, erano presenti in tanti. Molti giovani e molti curiosi, venuti a scrutare da vicino la coppia di coniugi in carcere dal gennaio 2007, mentre dei parenti delle vittime c’era presente solo Azouz Marzouk. Nessun dubbio sulla colpevolezza dei due, invece, da parte del pg Rispoli, che stamani in Aula ha parlato di una “cascata di prove” a carico di Olindo e Rosa Bazzi, un diluvio “impossibile con questo processo di revisione ribaltare”.

La difesa ha sostenuto che Valeria Cherubini, vicina di casa delle vittime e moglie del supertestimone Mario Frigerio, fu colpita mortalmente nel suo appartamento al piano di sopra rispetto a quello del massacro, il che presupporrebbe la presenza di un aggressore in casa sua. Per il pg invece questo non è sostenibile: “Non c’era nessun aggressore in casa, e Valeria Cherubini in stato di incoscienza per il colpo subito, era salita nella sua casa, la sua tana per rifugiarsi”, dove morì, come detto dal consulente in primo grado. Rispoli ha contestato che nelle consulenze scientifiche sulla scena del delitto della difesa della criminologa Roberta Bruzzone siano state usate metodologie che all’epoca dei fatti non esistevano. “Le macchie si sangue e la scena del crimine sono elementi già in possesso dei giudici precedenti ed erano già stati analizzati compiutamente”.

Altrettanto “inverosimile”, secondo il pg, la pista del regolamento di conti da parte della criminalità organizzata. “Devo fuggire da secondo piano, vado a mettermi in una corte chiusa, con la macchina lontano; le armi sono state spranghe e un coltellino di piccolo cabotaggio. Poi uccidere un bambino, per quale motivo?”, “Mando a fare una cosa di questo genere per un ergastolo infamante come lo sono tutti, ma questo ancor di più?”, ha chiesto il magistrato che ha ricordato come in un’intercettazione dell’ordinanza di custodia cautelare che portò in carcere il marito di Raffaella e padre di Youssef, due delle vittime, Azouz Marzouk, l’uomo dopo l’eccidio non mostrò alcuna preoccupazione per sé stesso: “Sono i giorni più belli della mia vita”, disse a bordo di un’auto con altre due persone qualche mese dopo la strage.

L’avvocato dello Stato Domenico Chiaro vuole riportare la strage di Erba ha tacciato di “manifesta inammissibilità” le istanze di revisione “prive di motivazioni”. Quelli presentati dalla difesa di Olindo e Rosa per chiedere la revisione del processo sulla strage di Erba “non sono fatti nuovi dal punto di vista probatorio” secondo l’avvocato dello Stato, così come le intercettazioni che “non assurgono a dignità di prove”. Per quanto riguarda il presunto deficit mentale di Rosa Bazzi “c’è il sospetto che ci fosse interesse” da parte dell’imputata a rispondere in modo scorretto ai consulenti. Non sa dove è il Brasile, in Spagna, ha risposto”. E Olindo “inizialmente era apparso non avere rimorsi, poi la ritrattazione. Dategli l’Oscar a questo punto”.

Olindo e Rosa durante il processo che si è chiuso, per loro, con la condanna all’ergastolo

Per l’avvocato dello Stato non ci fu “nessun falso” ricordo nella testimonianza di Mario Frigerio che per primo fece il nome di Olindo Romano e che rimase gravemente ferito nella strage di Erba. “Lo disse tre volte” ha detto il magistrato. Le sue dichiarazioni non cambiano, non perdono pezzi”, come sostenuto dalla difesa. Poi ha preso la parola il pg Guido Rispoli nel merito delle consulenze della difesa.

Quanto a Giuseppe Castagna, parente di tre delle vittime della strage di Erba e che con la famiglia ha detto che non parteciperà alle udienze, ha criticato al telefono le parole di Azouz Marzouk, il quale aveva affermato di stare “facendo questa lotta per tutti”. Castagna ha definito l’affermazione di Marzouk “offensiva per le vittime ma anche per noi che in questi anni abbiamo difeso la verità. Azouz in tutta la sua vita, prima e dopo la strage ha sempre e solo lottato per se stesso – ha aggiunto – Prima ha lasciato sola Raffaella ad affrontare i vicini e a difendere suo figlio, dopo ha lottato per monetizzare al meglio il suo status di vittima”.

Lo stesso Azouz stamani era a Palazzo di Giustizia, unico parente delle vittime presente, e ha ribadito che Olindo e Rosa secondo lui “sono innocenti, la giustizia non è stata fatta. Stiamo ottenendo una parte di una rivincita. La pista di droga che tutti vogliono far credere mi sta creando molto problemi ora che mi sto trasferendo qui in Italia anche per trovare lavoro”, bisogna lasciarla perdere.

Udienza rinviata quindi al 16 aprile. I giudici di Brescia, sentiti i difensori, il Pg e le parti civili decideranno se assolvere, ammettere le prove che la difesa ritiene nuove o confermare l’ergastolo per Olindo e Rosa.

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