Perché nessuno di loro portava la maschera di protezione? La Procura apre un’indagine per omicidio colposo plurimo.
Palermo – Non sarebbero dovuti scendere nella cisterna i cinque operai morti ieri a Casteldaccia, uccisi dalle esalazioni di idrogeno solforato mentre eseguivano i lavori di manutenzione della rete fognaria. Per questo, si ipotizza, erano tutti senza maschera di protezione. Le operazioni erano state affidati da Amap alla Quadrifoglio group mediante un appalto esterno. L’intervento, effettuato dopo una serie di segnalazioni di anomalie sulla rete fognaria, prevedeva la messa in quota dei pozzetti e la disostruzione dalla strada con un auto-spurgo, senza accedere direttamente alla cisterna.
Resta quindi da capire cosa abbia spinto la squadra di operai a scendere nella vasca. L’ipotesi iniziale della rottura di un tubo, da cui poi è fuoriuscito il gas, è stata smentita dai vigili del fuoco. Non si esclude, invece, che gli operai abbiano potuto aprire una paratia che sarebbe dovuta restare chiusa, “liberando” i gas presenti in un ambiente che, di norma, è a tenuta stagna.
Intanto la Procura di Termini Imerese ha posto i sigilli ai cancelli dell’impianto fognario e ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo contro ignoti. La Squadra mobile di Palermo ha già ascoltato uno dei sopravvissuti, Giovanni D’Aleo, l’ultimo operaio della fila, miracolosamente scampato alla strage: è stato lui a dare l’allarme dopo avere sentito le grida dei colleghi intrappolati nella vasca. Il sesto operaio rimasto intossicato, Domenico Viola, 62 anni, è al momento ancora ricoverato in gravissime condizioni al Policlinico di Palermo, intubato e ventilato, in distress respiratorio gravissimo. La prognosi resta riservata almeno per le prossime 24 ore.
Sempre ieri sono stati sentiti il direttore dei lavori e il responsabile della sicurezza, indicati dall’Amap, la stazione appaltante delle opere fognarie a Casteldaccia. Gli investigatori hanno anche effettuato un sopralluogo a Palermo nella sede la ditta Quadrifoglio Group srl, la società dove lavoravano quattro degli operai morti (uno dei quali era anche il titolare della società).
Stamani Cgil, Cisl e Uil hanno indetto uno sciopero generale di 4 ore che si affianca a quello di 8 ore proclamato da Fillea, Filca, Feneal. In centinaia si sono ritrovati in piazza davanti la prefettura di Palermo per chiedere sicurezza sul lavoro. “O cambiano le cose o proseguiremo a oltranza con le mobilitazioni, per rivendicare la sicurezza nei cantieri – si legge in una nota diffusa dai sindacati – con questa nuova tragedia, si certifica una situazione di emergenza e di stato di guerra. Qui i morti sul lavoro si stanno moltiplicando giorno dopo giorno“.
Leggi anche