Strage di Bologna: confermato l’ergastolo per Poalo Bellini, motivazioni entro 90 giorni

I familiari delle vittime: “Ci sarà il ricorso alla Cassazione, ma questo è un tassello importante. Ora sappiamo chi sono stati i mandanti”.

Bologna – La Corte d’Assise d’Appello di Bologna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, ha confermato l’ergastolo per l’ex terrorista di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, nel processo sulla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La sentenza è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio. Bellini era accusato in concorso con gli ex Nar già condannati, Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini. E con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti morti e non più imputabili, ma ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell’attentato.

Oltre alla conferma della condanna all’ergastolo per Paolo Bellini, la Corte di Assise di Appello di Bologna ha ribadito la colpevolezza anche degli altri due imputati. Si tratta dell’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio, e condannato nuovamente a sei anni e di Domenicho Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli, a Roma, accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini, condannato a quattro anni. Le motivazioni della sentenza saranno disponibili entro 90 giorni. Al momento della lettura del verdetto Bellini non era presente in aula. Tanti i familiari delle vittime, invece, presenti nell’aula Bachelet.

Bellini e la strage di Bologna

Questa mattina Bellini aveva rilasciato dichiarazioni spontanee nell’ambito del processo di appello. “Se fossi stato implicato nella strage – aveva detto – lo avrei confessato, non mi sarebbe cambiato nulla, il marchio di stragista mi era già stato affisso dai giornali e dalla comunicazione giudiziaria. L’influenza della stampa su fatti eclatanti è questo, il marchio a fuoco me lo hanno messo”. E ancora, “Io nei nove mesi di collaborazione con la giustizia ho confessato reati che non avrebbero scoperto. Ho collaborato spontaneamente e nessuno sapeva, e parto dal primo reato commesso, quello di Alceste Campanile, che tiro fuori per liberarmi la coscienza e potevo anche non dirlo”.

Più avanti nel suo discorso, durato oltre un’ora e mezza, Bellini aveva aggiunto: “Condanna o no non me ne frega niente, la gente deve sapere. Subito c’è stata la reazione dei famigliari delle vittime della strage: “Questo è un tassello molto importante per confermare la verità che è emersa durante questi due gradi di giudizio. Non è finita, sappiamo benissimo che ci sarà il ricorso alla Cassazione, ma questo è un tassello importante per noi familiari delle vittime. Perché è la parola agli 85 che non possono parlare, questi sono i fatti, sappiamo chi sono stati i mandanti, sappiamo chi è stato. Cercheremo di non fermarci qui”, ha detto Anna Pizzirani, vicepresidente dell’associazione delle vittime del 2 agosto 1980. “E questo nonostante il delirio di questa mattina – ha detto riferendosi alle dichiarazioni spontanee dell’imputato – i fatti sono questi, nella foto è lui”.

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