Strage del Mottarone, il processo è da rifare: il gup restituisce il fascicolo alla procura

Bloccata la decisione sul rinvio a giudizio degli imputati: “Per la riforma Cartabia vanno esclusi l’aggravante dell’antinfortunistica e la sussistenza dei reati dolosi”.

Verbania – Tutto sbagliato, tutto da rifare. L’udienza preliminare per l’incidente del Mottarone, in cui nel 2021 persero la vita 14 persone, dovrà essere ripetuta dall’inizio. Oggi il gup Rosa Maria Fornelli ha accolto la richiesta degli avvocati difensori di restituire il fascicolo alla procura, bloccando così la decisione sul rinvio a giudizio degli imputati, attesa già prima dell’estate. Tra gli accusati ci sono Luigi Nerini, gestore dell’impianto, Enrico Perocchio, direttore d’esercizio, Gabriele Tadini, capo servizio, e i dirigenti della società Leitner, responsabile della manutenzione dell’impianto.

I vigili del fuoco in azione per rimuovere la cabina

L’incidente di verificò la mattina di domenica 23 maggio 2021 sulla funivia Stresa-Alpino-Mottarone, quando la fune traente dell’impianto ha ceduto, causando la caduta di una delle cabine in transito, al cui interno si trovavano 15 persone; 14 di loro sono morte, mentre un bambino è rimasto gravemente ferito.

Il video dei vigili del fuoco sull’incidente

Il nodo centrale della vicenda riguarda l’esclusione, in base alla recente riforma Cartabia, di alcune aggravanti legate alla sicurezza sul lavoro e la contestazione dei reati dolosi. Questi elementi erano fondamentali per l’inchiesta sull’incidente. La procura ha cercato di opporsi alla decisione del tribunale, sostenendo che il giudice non dovrebbe ridurre la qualificazione giuridica dei fatti, forzando il pubblico ministero a modificare l’impianto accusatorio. La procura aveva infatti sottolineato la gravità delle mancanze nella manutenzione della funivia, che aveva portato alla rottura della fune senza che fosse stato fatto nulla per prevenire l’incidente. Inoltre, era stato disattivato intenzionalmente il freno di emergenza, un dispositivo che avrebbe potuto salvare la vita delle vittime.

L’udienza preliminare, iniziata il 17 gennaio, è stata quindi annullata, e la procura di Verbania dovrà fissarne una nuova. Questo porta il processo in una fase di stallo, con le accuse ancora sul tavolo e l’incertezza su come la vicenda evolverà. L’avvocato Andrea Da Prato, difensore di Perocchio, ha spiegato che si tratta di una situazione inedita, in cui l’udienza viene annullata ma le critiche sui capi d’imputazione restano aperte. Secondo Marcello Perillo, avvocato di Tadini, la decisione della giudice è corretta alla luce della normativa vigente, mentre la procura continua a sostenere la rilevanza degli aspetti legati alla sicurezza sul lavoro.

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