Stellantis, piano per la produzione di auto in Italia dal 2025. Ecco cosa prevede.

A annunciarlo è stato Jean-Philippe Imparato, capo Europa del Gruppo, al tavolo riunito al Ministero del Made in Italy lo scorso 17 dicembre. 

Roma – Nel 2024 ha tenuto banco il caso Stellantis. E il 2025?  Il piano per quest’anno per la produzione di auto in Italia del colosso. Ad annunciarlo, dopo la dipartita dell’ormai ex ad Carlos Tavares è stato Jean-Philippe Imparato, capo Europa del Gruppo, al tavolo riunito al Ministero delle Imprese e del Made in Italy lo scorso 17 dicembre. Sullo sfondo un 2025 per l’industria europea dell’auto si apre all’insegna dei timori, dopo un 2024 che non si può certo definire brillante in cui molti costruttori hanno annunciato chiusure di stabilimenti e tagli della forza-lavoro. Il problema centrale è quello delle multe salate che sarà costretto a pagare all’Europa chi sforerà il nuovo limite previsto da Bruxelles sulle emissioni medie di CO2 delle auto.

A gennaio inizierà il Dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica dell’Unione europea, che
coinvolgerà aziende, fornitori, sindacati, associazioni imprenditoriali ed esponenti della filiera: l’obiettivo è
definire “una serie di raccomandazioni per costruire una strategia
che risollevi le sorti dell’industria automobilistica europea”. Molti Paesi tra cui l’Italia chiedono la revisione della legislazione sul CO2 prevista per il 2026. I costruttori europei – sui quali incombe anche la concorrenza cinese, nonostante l’introduzione dei dazi – hanno comunque confermato l’obiettivo di neutralità climatica dell’Ue entro il 2050 e il passaggio alla mobilità a zero emissioni.

Ma ecco cosa prevede il piano Stellantis. In generale, ha promesso Imparato, “tutti gli stabilimenti di Stellantis rimarranno attivi e la capacità produttiva crescerà dal 2026″. Per il prossimo anno, ha aggiunto, “sono previsti circa 2 miliardi di euro per gli stabilimenti e 6 miliardi di euro in acquisti da fornitori operanti in Italia”. Poi una precisazione che suona anche come una stoccata alla politica: “Stellantis porterà avanti il piano industriale in Italia con risorse proprie, senza qualsiasi forma di incentivo pubblico alla produzione”.

Su qualcosa non ci si vuole però ancora sbilanciare. Così è sull’obiettivo di arrivare a un milione di vetture per evitare “promesse non mantenute“. Non è invece allo studio alcun progetto di fusione con Renault. Si dice “soddisfatto” di quanto presentato da Stellantis il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che al tavolo ha partecipato insieme a quello dell’Economia Giancarlo Giorgetti e a quella del Lavoro Marina Calderone. Si parla di un piano “che dà riscontro alle nostre istanze”, con impegni “chiari e specifici nel territorio, sugli investimenti produttivi e sullo sviluppo degli stabilimenti, sul rapporto collaborativo con l’indotto”. Urso promette però un report periodico sugli impegni presi dall’azienda.

Urso ha voluto anche sottolineare “lo sforzo significativo” dell’esecutivo, che “mette a disposizione del comparto e della filiera oltre un miliardo di euro nel 2025 per supportare le imprese nella transizione”. La cifra comprende il fondo automotive (200 milioni nel 2025, 400 nel 2026 e 400 nel 2027) più 500 milioni di fondi Pnrr per i contratti di sviluppo e altri 100 di fondi residui. Di queste risorse, 1,1 miliardi di euro saranno destinati il prossimo anno a contratti di sviluppo e accordi di innovazione delle aziende del settore auto. A fine gennaio il ministro convocherà un tavolo automotive per spiegare nei dettagli come saranno usati i fondi.

A Pomigliano, dal 2028, sarà installata da Stellantis la nuova piattaforma (Stla-Small), sulla quale è prevista la produzione di 2 nuovi modelli compatti. Nello stabilimento campano verrà rafforzato il presidio per la produzione delle vetture mass market con l’estensione della produzione della Panda (detta anche Pandina) fino al 2030, seguita dall’introduzione della nuova generazione dello stesso modello. A Melfi, dove è già stata installata la piattaforma Stla-Medium, Stellantis dal prossimo anno produrrà la nuova Jeep Compass, sia elettrica sia ibrida, la nuova Lancia Gamma, la nuova Ds e la nuova DS7. Tutti i nuovi modelli saranno anche ibridi, non solo elettrici, triplicando i volumi prodotti.

Nello storico stabilimento torinese di Mirafiori saranno prodotte la 500 ibrida e la nuova generazione della 500 BeV elettrica, in aggiunta alla prosecuzione dell’attività dei cambi eDCT. Il capoluogo piemontese sarà, dal 1°gennaio 2025, la sede della Regione Europa di Stellantis e il quartier generale della divisione Veicoli Commerciali del gruppo. Non solo: Torino sarà anche la sede di SUSTAINera, centro di sperimentazione e di riciclo del gruppo, e consoliderà il Battery Technology Center, attuale sede dell’unico centro al mondo del Gruppo per i test e lo sviluppo delle batterie.

A Cassino verrà introdotta la piattaforma Stla-Large (oltre allo sviluppo in anteprima mondiale delle architetture elettroniche Stla-Brain e Stla-Smart Cockpit), su cui saranno prodotti tre nuovi modelli. Dal 2025 sarà infatti prodotta la nuova Alfa Romeo Stelvio, dal 2026 la nuova Alfa Romeo Giulia, e – a seguire – una nuova vettura top di gamma. È inoltre in fase di valutazione la produzione di Alfa Romeo Stelvio e Giulia nelle versioni ibride, oltre che elettriche. La città di Modena diventerà il polo dell’alta gamma, “coinvolgendo in tale missione l’ecosistema produttivo della Motor Valley al fine di sviluppare il progetto insieme a tutti gli attori della filiera, dal design alla pre-industrializzazione, con i migliori componenti nazionali in termini di innovazione e circolarità”, ha annunciato Imparato.

Stellantis ha poi ribadito il suo impegno nel sostegno finanziario della joint venture Acc e che comunicherà il suo piano nel 2025 e che resta aperta a studiare la realizzazione della Gigafactory di Termoli, in base all’evoluzione delle tecnologie e in considerazione del mercato e della competitività dei fattori abilitanti del sistema Paese. Nessun impegno concreto quindi è stato ancora preso. Oltre all’introduzione di Stellantis CustomFit, il programma di conversione e personalizzazione  – e, da fine 2024, della produzione di veicoli elettrici – dal 2027 sarà avviata la produzione di una nuova versione di Large Van. Il sito abruzzese, che esporta all’estero in 75 paesi oltre l’80% della sua produzione, dovrebbe svolgere un ruolo sempre più un ruolo centrale nel mondo di Stellantis.

Stellantis torna a fare parte della squadra italiana. Propone un piano di sviluppo, non giochiamo in difesa e lo facciamo con l’autorità italiana, con l’indotto e con la nostra squadra di dipendenti in Italia. Quindi secondo me cambio di passo e cambio di atteggiamento”, ha detto Jean Philippe Imparato, sottolineando che “tutti gli stabilimenti italiani resteranno in attività con un piano per ciascuna fabbrica che abbiamo presentato, una 500 ibrida a Mirafiori e una nuova generazione 500. Un Pomigliano totalmente attrezzato con la nuova Pandina e anche con la Stl Small, un Melfi dove portiamo l’ibrido su quasi tutte le macchine. Quindi senza cassa integrazione no, perché il 2025 sarà durissimo, lo sappiamo tutti, ma sto velocizzando tutto quello che posso a livello di sviluppo per portare le macchine giuste che abbiamo bisogno di avere per partire nel 2026 a un qualcosa come +50%”, ha aggiunto Imparato.

Ma intanto Stellantis continua a registrare una diminuzione delle vendite nel Vecchio Continente. In un mercato che chiude in rosso il mese di novembre (-2%) con le sole ibride in crescita, il gruppo guidato da John Elkann perde il 10,8% rispetto allo stesso mese del 2023 con la quota che scende dal 14,8% di un anno fa al 13,5%. Negli undici mesi Stellantis ha venduto 1.843.335 auto, il 7,4% in meno del 2023. Le difficoltà del settore rendono necessario l‘intervento dell’Unione europea che, ha spiegato la Commissione in una nota, si prepara ad aprire una fase di dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica a gennaio. “Dobbiamo sostenere questa industria nella profonda e dirompente transizione che ci attende. E dobbiamo garantire che il futuro delle automobili resti saldamente radicato in Europa”, ha affermato la presidente Ursula von der Leyen. 

“Abbiamo chiesto all’Europa una revisione del contesto normativo e la rimozione della follia delle multe che sta costringendo le case automobilistiche a chiudere gli stabilimenti. Serve un piano automotive con risorse
comuni per finanziare sia gli investimenti tecnologici delle imprese e recuperare i ritardi con la Cina, sia gli incentivi all’acquisto, con un Ecobonus europeo, omogeneo e duraturo nel tempo”, afferma il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un’intervista sul Corriere della Sera, replica alla domanda su come risollevare il settore delle auto se il mercato non tira. “Anche la Germania ora condivide alcune delle nostre proposte – aggiunge -. Il fronte si allarga ogni giorno di piu’. Sarà la prima questione all’ordine del giorno della presidente von der Leyen, come ha assicurato lei stessa a Giorgia Meloni”.

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