Sei persone sono finite in manette, altre sei sottoposte a perquisizione. Il capoclan arrestato in Spagna, continuava a dare ordini dal carcere di Viterbo.
Ancona – Sei persone in manette questa mattina ad Ancona dove i carabinieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia che giunge a compimento di un’indagine per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti.
Quattro indagati sono finiti in carcere, gli altri due ai domiciliari con braccialetto elettronico. Contestualmente sono state eseguite, nei confronti di altri 6 indagati, delle perquisizioni domiciliari finalizzate alla ricerca di sostanze stupefacenti.
L’indagine, compiuta mediante intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione e coordinamento con la polizia spagnola, è stata condotta dai Carabinieri di Ancona, su direzione della DDA.
Gli elementi indiziari acquisiti hanno consentito di delineare la presenza di un sodalizio organizzato su base familiare, dedito allo spaccio di stupefacenti in provincia di Ancona.
L’indagine è partita circa un anno fa, nel mese di ottobre, a seguito delle ricerche messe in campo per la cattura di un latitante che doveva scontare 8 anni e 21 giorni di reclusione, riportata nell’ambito dell’operazione Vallesina per i reati di rapina, detenzione di armi e cessione di sostanze stupefacenti, reati commessi tra le province di Ancona, Pesaro e Macerata negli anni 2015 e 2016.
Nel corso delle intercettazioni è emerso come lo stesso si fosse rifugiato in Spagna, nella città di Figueres. Il 27 novembre, con il concorso della polizia spagnola, la persona è stata catturata e successivamente trasferita presso la casa circondariale di Viterbo, dove si trova tuttora reclusa. In quel periodo stava programmando l’acquisto di un carico di stupefacenti prima delle festività natalizie.
Dopo l’arresto, il latitante, a capo dell’organizzazione, benché ristretto dapprima nelle carceri spagnole e poi in quelle italiane, ha continuato a dare disposizioni ai familiari, sia in occasione dei colloqui, sia con l’utilizzo di un telefono cellulare, cercando di organizzare, con l’ausilio della moglie, la distribuzione di droga nel carcere. Durante le indagini la moglie del detenuto è stata arrestata mentre cercava di consegnare al marito, all’interno del carcere, 15 grammi di cocaina, 15 grammi di hashish e 15 grammi di sostanza da taglio; stessa sorte per il genero dell’uomo, arrestato dopo una perquisizione domiciliare conclusasi con il rinvenimento di circa 1,9 kg di hashish, 60 grammi di cocaina, diversi bilancini di precisione e un libro mastro contenente la contabilità dell’organizzazione criminale. Nei pressi dell’abitazione dell’allora latitante sono stati rinvenuti e sequestrati, celati in un nascondiglio, 1,2 kg di hashish, suddivisi e confezionati in 14 panetti.
Nell’ordinanza sono stati ricostruiti 18 casi di cessione di sostanza stupefacente, del tipo marijuana, cocaina e hashish. L’operazione, denominata Vallesina 3, rappresenta l’epilogo di un’attività di indagine iniziata nell’anno 2014, che portò all’individuazione di un sodalizio dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti nella zona della Vallesina.