Il Garante dei detenuti del Lazio alla manifestazione dei penalisti contro il pacchetto sicurezza: “Appello alla politica per l’indulto”.
Roma – “E’ di ieri l’ufficializzazione sul sito del ministero della giustizia, dei dati relativi alle presenze in carcere, al 31 ottobre 2024. Avevamo 62.110 persone in carcere. Sono alcune centinaia in più, rispetto a quando il Governo ha adottato il decreto sul carcere la scorsa estate ed i cui effetti evidentemente cominciamo a vedere. Si tratta di 15mila persone in più rispetto alla capienza regolamentare effettivamente disponibile nelle carceri. E’ una condizione di sovraffollamento che incide pesantemente sulle condizioni di vita delle persone detenute”. Così il Garante dei detenuti per la Regione Lazio, Stefano Anastasìa, nel corso del suo intervento alla manifestazione nazionale dell’Unione camere penali italiane contro il pacchetto sicurezza.
“Nell’estate scorsa ho visto di persona l’occupazione della aule scolastiche di Regina Coeli perché dovevano essere collocate le brande per accogliere le persone. Perché non c’era più posto all’interno delle sezioni”, ha continuato. E si registra anche le “condizioni di lavoro impossibili per il personale penitenziario,
che è chiamato a coprire turni per 12, 16 od anche 24 ore. A Regina Coeli c’è un solo agente per sezione. E’ una condizione impossibile, innanzitutto per le persone detenute. Rispetto a questa urgenza in cui dovrebbero imporre radicalmente diverse di quelle del Governo. Abbiamo fatto un appello ai parlamentari
affinché si possa discutere, coraggiosamente, di un provvedimento di clemenza, d’indulto”.
Sempre a Regina Coeli, dopo la violenta rivolta tra i detenuti, scoppiata un mese fa nella VIII sezione del carcere romano, è stata chiusa l’intera area e c’è stato il trasferimento di un centinaio di detenuti, solo una parte degli oltre 500 che pesano sul sovraffollamento ormai cronico. Per il Garante dei detenuti Stefano Anastasìa, “L’immagine dell’VIII sezione di Regina Coeli in fiamme è la metafora di un sistema penitenziario privo di bussola: morti, proteste e devastazioni sono all’ordine del giorno. Così non si può continuare. Bisogna riaprire le porte alla speranza che sola garantisce una serena convivenza in carcere. Ridurre la popolazione detenuta e offrirle migliori opportunità di assistenza, formazione e reinserimento sociale. Tutto il contrario dell’illusione repressiva contenuta nel ddl sicurezza che prevede come reato anche la disobbedienza nonviolenta”.
“Con questa manifestazione nazionale – afferma il presidente dell’Unione Camere Penali, Francesco Petrelli, che ha preso parte alla manifestazione a Roma dei penalisti in sciopero – abbiamo voluto dire no a questo pacchetto sicurezza insieme all’accademia dei penalisti e dei costituzionalisti non solo per invitare il Senato a riflettere sui profili di contrarietà ai principi fondamentali della Costituzione ma anche e soprattutto per denunciare l’irrazionalità e l’inutilità di norme che comprimono le libertà di tutti senza aumentare la sicurezza di nessuno”.
Anche Papa Francesco giorni fa, annunciando che il giorno dopo l’avvio ufficiale del Giubileo, il 26 dicembre, “sarà nel carcere romano di Rebibbia per aprire anche in quel luogo la Porta Santa”, ha mostrato la sua estrema vicinanza ai detenuti. Monsignor Fisichella ha ricordato l’auspicio espresso dal Papa per i detenuti nella nella Bolla d’Indizione del Giubileo, Spes non confundit: “‘Nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto. Propongo ai Governi che nell’Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi’”.