Sono di una donna le ossa ritrovate nella soffitta di una parrocchia nel Vicentino

Erano nascoste in un sacco e risalgono almeno a cinquant’anni fa. La Procura indaga per occultamento di cadavere e ha disposto nuovi esami sui resti.

Vicenza – Non sono di un uomo, e quindi nemmeno di un soldato della Grande Guerra come ipotizzato in un primo momento, le ossa ritrovate in un sacco nella soffitta della parrocchia di San Giovanni Battista nella frazione di Stoccareddo di Gallio. Si tratta, invece, dei resti di una donna di un’età compresa tra i 40 e i 50 anni. A certificarlo la consulenza depositata in Procura dall’anatomopatologo Giovanni Cecchetto, dell’università di Padova, nella quale si legge anche che le ossa avrebbero un’età stimata di mezzo secolo, sarebbero quindi rimaste nascoste almeno dalla fine degli anni Settanta, e non mostrerebbero lesioni di tipo traumatico.

Appurato inoltre che le ossa, il teschio e altre parti del corpo, appartengono ad una sola persona e non sono una raccolta di frammenti di sepolture diverse, resta da stabilire come e perché siano finite dimenticate nella soffitta della canonica, per altro non utilizzata da almeno vent’anni. A scoprirle è stato un parrocchiano che, informato il parroco, ha avvertito i carabinieri. La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per occultamento di cadavere, serviranno però altri esami approfonditi, a partire da quello del Dna, per dare la soluzione al giallo. Che potrebbe serbare agli inquirenti nuove sorprese, come la perizia che ha ribaltato la prima ipotesi sul tappetto: quella che fossero ossa di un militare della Prima guerra, visto che la frazione del Comune di Gallio aveva ospitato fino agli anni Trenta cimitero militare “Roberto Sarfatti”, che custodiva i resti dei caduti delle battaglie del Val Bella, del Col del Rosso e del Col d’Echele; cimitero che era stato smantellato nell’agosto del 1934, quando i resti dei caduti erano stati esumati per riporli nel Sacrario del Leiten ad Asiago.

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