Avevano una sede fittizia in Repubblica Ceca per non pagare le tasse in Italia, dove svolgevano l’attività. I militari hanno scoperto l’imbroglio e quantificato l’evasione per oltre 1 milione di euro. Denunciato un 45enne veronese.
Verona – Si presentava come una società residente in Repubblica Ceca, ma, di fatto, svolgeva la propria attività sul territorio nazionale con una struttura operativa a Bardolino e un magazzino a Castelnuovo del Garda, omettendo di presentare la dichiarazione dei redditi prodotti in Italia e di versare le relative imposte all’erario.
È quanto scoperto dai finanzieri del Comando Provinciale, a seguito di una preliminare attività info- investigativa, condotta anche attraverso l’utilizzo delle banche dati in uso al corpo, e dai successivi appostamenti che hanno evidenziato l’effettiva operatività dell’impresa nel territorio dello stato.
La società estera, infatti, risultava attiva nel settore dell’organizzazione di fiere ed eventi nel mondo delle due ruote. E così i finanzieri della tenenza di Bardolino hanno contestato i redditi prodotti in Italia alla società estera e denunciato per evasione fiscale il legale rappresentante, nonché amministratore unico, un veronese di 45 anni.
Le successive indagini hanno confermato le iniziali ipotesi investigative. Infatti, attraverso l’emissione di un Ordine di Indagine europeo, inoltrato tramite il canale per la cooperazione giudiziaria europea EUROJUST alla competente autorità giudiziaria della Repubblica Ceca, è stato accertato che la società estera aveva sede a Praga in uno scantinato di 20 mq, adibito ad uso ufficio, ove risultavano domiciliate, tra l’altro, altre 1.000 società di varia nazionalità.
L’utilizzo del locale, condiviso con tutte le società domiciliate, era concesso dal proprietario, il quale forniva, tra l’altro, anche un servizio di ritiro della corrispondenza attraverso l’impiego di una cassetta postale collettiva, in uso comune a tutte le società clienti.
La società estera ha definito le imposte con l’Agenzia delle Entrate versando circa un milione di euro nelle casse dello Stato.