I carabinieri sgominano una rete di spacciatori con vendita a domicilio: sequestrato 1 kg di cocaina per un valore di 80mila euro.
Fermo – Due persone sono finite sotto custodia cautelare mentre altre sette sono indagate a piede libero. È il primo esito dell’operazione antidroga “Retail” portata avanti dai carabinieri del comando provinciale di Fermo, in collaborazione con i reparti territoriali di Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare e con le unità cinofile di Pesaro-Urbino. L’indagine, coordinata dalla procura della Repubblica ha permesso ai militari di documentare 1.800 episodi di spaccio, per un totale di circa 1 kg di cocaina e per un valore di mercato stimato in 80mila euro.
L’attività investigativa ha permesso di smantellare un sodalizio criminale dedito al traffico di cocaina nei due Comuni e nell’entroterra fermano. Almeno nove le persone coinvolte nel giro di droga venduta con modalità a domicilio: per evitare di essere sorpresi, gli spacciatori albanesi e italiani vendevano su ordinazione. Per una 42enne e per un 50enne, entrambi albanesi e con precedenti, ritenuti responsabili in concorso di detenzione e spaccio, è scattata la misura dell’obbligo di dimora e contestuale obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Per gli altri sette uomini, albanesi e italiani tra i 39 e i 60 anni, alcuni con precedenti specifici, sono state disposte perquisizioni personali e domiciliari alla ricerca di stupefacenti: ricerche anche con l’ausilio dei pastori tedeschi “Kevin” e “One” che hanno fiutato e trovato modiche quantità di cocaina. Sequestrato vario materiale utile al confezionamento delle dosi tra cui bilancini precisione, e denaro contante provento dell’attività delittuosa. Segnalati inoltre in Prefettura 20 acquirenti. L’attività segue e integra l’operazione “Underground” che aveva portato all’arresto di otto persone facenti parte di un sodalizio dedito allo spaccio nel Fermano: secondo i carabinieri gli indagati dell’attività “Retail” si rifornivano dai soggetti destinatari delle misure restrittive disposte dopo l’operazione “Underground”.