Operazione Art Sharing: quattro arresti per traffico illecito di reperti archeologici in Puglia. Sequestrati 300 manufatti storici di inestimabile valore.
Bari – I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari, con il supporto delle forze territoriali, hanno eseguito misure cautelari nei confronti di quattro persone. Gli indagati sono accusati di far parte di un’organizzazione criminale dedita alla ricettazione e all’esportazione illecita di reperti archeologici e numismatici.
L’operazione, denominata Art Sharing, è stata avviata nel 2020 e ha permesso di smantellare una rete che effettuava scavi clandestini per trafugare beni culturali appartenenti al patrimonio italiano. I reperti venivano ricettati attraverso una fittizia casa d’aste, la Costa’s Gallery, con sede ad Anversa, utilizzata per vendere manufatti di origine apula ed etrusca a gallerie e case d’asta in Europa e America.
L’indagine, condotta anche a livello internazionale grazie alla collaborazione con Eurojust, ha coinvolto Belgio, Germania, Spagna, Austria, Svizzera e San Marino. Perquisizioni effettuate in queste nazioni hanno portato al sequestro di circa 300 reperti, tra cui ceramiche decorate, monete antiche, un sarcofago di epoca romana e sculture etrusche. L’intera operazione ha consentito di individuare e bloccare la filiera logistica e commerciale legata al traffico illecito.
Tra gli oggetti recuperati (circa 300) figurano vasi ceramici con decorazioni (in particolare due Hydria a figure rosse, tre Kylix a vernice nera, due Lekanis a figure rosse, una Oinochoe a bocca trilobata), oltre duecento monete in argento e bronzo di varie epoche, molte coniate da zecche dell’antica Puglia (in parte ancora interessate da incrostazioni terrose), anelli in bronzo e pendagli, vari metal-detector e attrezzature per lo scavo, false attestazioni di provenienza dei reperti e apparati informatici utilizzati per le trattative e le transazioni commerciali. Emergono, fra essi, un eccezionale sarcofago di marmo risalente all’epoca romana imperiale rinvenuto in Belgio e quindici sculture etrusche rinvenute in Spagna, unitamente ad altri reperti ceramici risalenti al V-III sec. a.C. di provenienza italiana. L’inchiesta ha evidenziato il grave danno arrecato al patrimonio culturale italiano, con la perdita di testimonianze storiche irripetibili.