Siamo rimasti tutti ammaliati dal suo controllo di palla, da quei passaggi calcolati al millimetro e, soprattutto, dai suoi calci di punizione.
25 giugno 1978 allo Estadio Monumental di Buenos Aires, casa del River Plate, l’albiceleste viene incoronata Campione del mondo, battendo per 3 a 1 i Paesi Bassi di Johan Cruijff. A Yokohama, qualche ora dopo, nasce uno dei giocatori giapponesi più forti e tecnici di sempre: Shunsuke Nakamura, “il genio”.
Sono gli anni della fallimentare politica economica, dell’aumento della disoccupazione e dell’inizio della crisi della società giapponese, che fa piombare la popolazione nipponica nel periodo conosciuto come “decennio perduto”. Dell’infanzia di Nakamura si sa poco, il genio inizia a giocare a calcio all’età di 5 anni, nello stesso anno in cui Oliver Hutton fa sognare milioni di ragazzini con le sue prodezze nel manga “Capitan Tsubasa”, unendosi al Misono Fc, squadra locale di Yokohama. All’età di 12 anni il settore giovanile della Nissan Motors, il Nissan Fc Junior Youth, accoglie a braccia aperte la giovane che promessa che, tre anni dopo, decide di passare alla Toko Gakuen High School di Kawasaki.
Nel 1997, a 19 anni, una volta diplomato, Nakamura decide di fare il grande salto: le numerose offerte delle squadre asiatiche cullano e coccolano la giovane promessa, che decide di approdare in J-League, la massima serie del campionato nipponico, con il Yokohama F. Marinos. Il 16 aprile dello stesso anno l’esordio contro il Gamba Osaka segna l’inizio della carriera del giapponese, che collezionerà in stagione 31 presenze e cinque gol: non male per un centrocampista alla stagione d’esordio. Il campionato giapponese, però, sta stretto alla giovane promessa; il livello calcistico è troppo basso, Nakamura sa che i giovani talenti in quegli anni hanno un solo palcoscenico per poter mostrare tutto il proprio valore: l’Europa.
Il talento del genio attira l’interesse di molte squadre europee, come il Real Madrid di Zinédine Zidane, ma mentre Oliver Hutton riesce a coronare il proprio sogno di giocare in Spagna nelle fila del Barcellona, Nakamura deve abbandonare momentaneamente il proprio di giocare nella Liga. il mondo calcistico è difficile, i sogni del ragazzo di Yokohama si scontrano con la realtà: nel 2002 viene escluso dalla selezione della nazionale Giapponese ai mondiali di calcio di Korea e Giappone e i contatti con il calcio spagnolo si affievoliscono. La voglia di un palcoscenico degno delle sue capacità calcistiche spinge Nakamura ad abbandonare comunque il Yokohama F. Marinos.
Nakamura sbarca a Reggio Calabria per vestire la maglia amaranto della neo promossa Reggina. Pasquale Foti, tramite i suoi osservatori, nota il giovane e decide di affidargli il centrocampo della squadra, dandogli la numero 10. Le aspettative sul calciatore sono altissime, il suo sinistro diventa leggenda per i tifosi della squadra di Reggio. Tra l’altro, proprio in quegli anni un altro giapponese sta facendo sognare Perugia e Roma sponda giallorossa: Nakata.
Le stagioni alla Reggina permettono a Nakamura di esprimersi discretamente, colleziona in tre anni 80 presenze e 12 gol. Il campionato italiano non sembra adatto per i giapponesi, troppo fisico, troppo tattico. La poesia calcistica legata a quel micidiale sinistro che poteva colpire da qualsiasi distanza sembra concludersi nell’estate del 2005, quando Nakamura decide di non rinnovare con la squadra calabrese per andarsi a cercare nuove avventure. Il sogno della Liga è più forte che mai, i giornalisti si scatenano e trovano una squadra al giapponese ancor prima che il suo agente possa essere contattato: si parla di Atletico Madrid, Borussia Dortmund, Deportivo la Coruña. La destinazione del giapponese diventa invece la Scottish Premier League, Nakamura trova casa a Glasgow, nel Celtic Park, dimora di 60mila tifosi del Celtic. L’impatto del numero 25 è dei migliori: conquista nella sua prima stagione al Celtic, insieme ai suoi compagni, campionato e coppa di Scozia, mettendo a segno 6 gol e fornendo 10 assist in ben 38 presenze.
13 settembre 2006, l’Old Trafford è gremito di gente: “Glory, glory Man United” si scontra contro “You’ll never walk alone” dei numerosi tifosi del Celtic. L’atmosfera è da brividi, Nakamura lotta con classe, imposta il gioco e al 43esimo entra nella storia: segna un gol sontuoso da calcio piazzato, il suo sinistro buca la rete alla sinistra di Edwin van der Dar, che rimane impietrito. Nakamura è il primo calciatore giapponese a segnare nella Uefa Champions League. La partita finirà 3-2 per i Red Devils.
21 novembre 2006, i Celtic Glasgow ospitano il Manchester United nella partita di ritorno dei gironi di Champions League, agli Hoops serve una vittoria per poter superare i gironi. Dopo 81 minuti, sul risultato di 0-0, viene fischiato un calcio di punizione a favore dei bianco verdi. Nakamura posiziona il pallone, la tensione è alle stelle. Calcia una parabola perfetta che si infila sotto il sette, van der Sar non può nulla: fischio finale, 1 a 0, il Celtic accedono agli ottavi di finale.
La leggenda di Nakamura entra nel vivo, il gol contro lo United segna il punto più alto della carriera del calciatore che con il suo magico sinistro riesce a far emozionare una piazza importante come quella del Celtic di Glasgow. La sua stagione si conclude con 11 gol e svariati assist in 50 presenze che gli permettono di essere il primo giapponese a venire inserito nella lista dei possibili vincitori del Pallone D’Oro. L’esperienza a Glasgow termina il 22 giugno 2009, Nakamura chiude il periodo scozzese con 128 presenze e 29 gol, vincendo 3 campionati scozzesi, una coppa di Scozia e 2 coppe di Lega.
All’età di 32 anni, il genio del sol levante raggiunge un accordo con l’Espanyol e riesce a coronare il suo sogno di giocare nella Liga spagnola. Il sogno si trasforma subito in incubo: Nakamura è costretto alla panchina e dopo appena un anno, dopo aver collezionato poche presenze, viene messo sul mercato.
Nel 2010 torna finalmente in patria, nella sua amata Yokohama e, come nelle favole più belle, torna a giocare per il Yokohama F. Marinos. Colleziona 192 presenze siglando 42 gol con la maglia della squadra che gli ha permesso di fare il salto di qualità. Dopo una breve parentesi con il Jubilo Iwata, all’età di 41 anni, Nakamura firma nel 2019 un contratto con Il Yokohama Fc, squadra militante nella J2 League.
Nakamura fa parte di quel pantheon di calciatori che probabilmente non hanno riscosso ciò che meritavano, e che rischiano l’estinzione dalla memoria calcistica nonostante le fenomenali doti tecniche. Chi ama il calcio non può e non deve far sì che ciò accada: Nakamura rappresenta il sogno calcistico di milioni di bambini. Ricordo perfettamente il periodo in cui giocò in Italia, ero convinto che un personaggio di Holly e Benji fosse uscito dal teleschermo per arrivare nel campionato italiano. Siamo rimasti tutti ammaliati dal suo controllo di palla, da quei passaggi calcolati al millimetro e, soprattutto, dai suoi calci di punizione.
Lunga vita a Nakamura a cui auguriamo altri 100 anni di carriera. Del resto, “A Reggio è un idolo già, Naka-mura!”