La tragedia lo scorso anno a Udine. L’imprenditore giapponese cercò di fare da paciere ma fu colpito fatalmente da un pugno sferrato da Samuele Battistella. Con lui altri due a giudizio.
Udine – È attesa il 10 giugno la sentenza per l’omicidio preterintenzionale in concorso di Shimpei Tominaga, l’imprenditore giapponese di 56 anni morto dopo essere stato colpito con un pugno nel corso di una rissa a Udine, nel giugno dello scorso anno. La tragedia si consumò in un locale del centro storico, dove la vittima cercava di sedare una lite scoppiata tra due gruppi di giovani.
Nel corso dell’udienza preliminare celebrata con rito abbreviato, il pubblico ministero ha chiesto 12 anni e 4 mesi di reclusione per Samuele Battistella, ventenne che avrebbe materialmente sferrato il pugno fatale al volto di Tominaga. Chiesti inoltre 12 anni per Daniele Wedam, suo coetaneo, e 10 anni per Abd Allah Djouamaa, 22 anni, che si trovavano assieme a Battistella nel momento in cui la lite è degenerata.
La dinamica dei fatti
Shimpei Tominaga, residente in Giappone ma in visita in Italia per motivi professionali, si trovava nel locale quando sarebbe intervenuto per tentare di calmare una situazione già tesa tra due gruppi. A quel punto, secondo la ricostruzione accusatoria, Battistella lo avrebbe colpito al volto con un pugno. Tominaga è caduto violentemente a terra, riportando gravi lesioni craniche. Ricoverato in ospedale, è deceduto pochi giorni dopo.
I tre giovani imputati sono accusati di omicidio preterintenzionale, cioè per aver causato la morte senza l’intenzione di uccidere, ma con un’azione violenta ritenuta sproporzionata rispetto all’intento.
Le reazioni e l’attesa della sentenza
Il caso ha avuto ampia eco sia in Italia che in Giappone, suscitando sgomento per la morte di un uomo estraneo alla rissa, intervenuto per puro senso civico. La famiglia di Shimpei Tominaga, assistita da un legale di fiducia, sarà presente in aula per la lettura della sentenza.
Il processo con rito abbreviato prevede uno sconto di pena di un terzo, ed è stato scelto dagli imputati per abbreviare i tempi processuali. La decisione finale spetterà al giudice, che dovrà valutare le responsabilità individuali e la gravità del gesto, tenendo conto anche degli elementi emersi durante le indagini.