Domani 13 gennaio, informa l’associazione in una nota, è stata convocata d’urgenza una nuova assemblea straordinaria.
Roma – “Sgomento e preoccupazione” vengono espressi dall’Associazione magistrati della Corte dei conti per l’emendamento alla proposta di legge Foti sulla giustizia contabile che cancella le sezioni regionali della Corte. Domani 13 gennaio, informa l’associazione in una nota, è stata convocata d’urgenza una nuova assemblea straordinaria proprio sulla proposta di modifica. La decisione è arrivata dal Consiglio direttivo dell’Associazione, che ha confermato lo stato d’agitazione. L’emendamento prevede la creazione di sei macroaree, in cui sono comprese anche sedi di regioni a statuto speciale e province autonome, “in contrasto con i principi dell’ordinamento costituzionale”.
“Il Paese rischia di perdere il giudice contabile sul territorio, il solo capace di garantire la corretta gestione dei conti pubblici e la lotta contro le cattive gestioni o il malaffare in ambito locale”, afferma il direttivo dell’associazione. “Solo la prossimità con il territorio del giudice contabile può garantire ai cittadini che i loro soldi vengano gestiti in modo corretto. Il disegno complessivo mira a riorganizzare gli uffici e soprattutto le funzioni dei magistrati contabili, imbrigliandole in processi di verticalizzazione, centralizzazione e accorpamento che ne mortificheranno l’effettività, in un momento in cui l’Unione Europea chiede all’Italia la massima attenzione nell’uso delle risorse pubbliche”, conclude la nota.
Già i primi di dicembre il direttivo straordinario dell’Associazione Magistrati della Corte dei Conti, in stato di agitazione, nella settimana in cui era all’esame e al voto delle commissioni congiunte I e II della Camera, la proposta di legge Foti, aveva lanciato l’allarme. L’Associazione diceva “no a una riforma frettolosa e fuori sistema che introduce uno scudo tombale – in sostituzione dello scudo erariale in scadenza – sulla responsabilità amministrativa. Con una riforma così concepita – affermava in una nota il direttivo – il Paese si allontana dalla cornice europea, snaturando il controllo preventivo di legittimità che, concentrato solo sull’atto, non è idoneo a misurare l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa.