Fatturati in aumento per le Top 300, ma redditività in calo e occupazione giovanile in diminuzione entro il 2050.
Lodi – Nel 2024 l’economia nel Lodigiano ha mostrato una buona resilienza con fatturati in lieve crescita (+0,6% per le Top 300 imprese, raggiungendo 13,6 miliardi di euro), ma con una redditività in calo: il risultato d’esercizio totale è sceso a 437 milioni (-30,5%), la quota di aziende in utile è scesa all’86,7% (minimo dal 2017 escluso il 2020) e il ROE mediano dal 13,1% al 11,5%.
Il PIL lodigiano è cresciuto dell’1,5%, trainato da manifattura, settori chimico-farmaceutico e alimentare, con la produzione industriale aumentata del 2,9%. Le esportazioni hanno segnato un +26,4% nel 2024, sostenute da elettronica, meccanica, farmaceutica e alimentare, ma nel 2025 si evidenziano segnali di rallentamento: export in calo del 7,8% nella prima metà dell’anno e PIL atteso a +0,4% per effetto di tensioni geopolitiche e domanda globale fiacca.
Il mercato del lavoro mostra criticità legate al reperimento di personale qualificato: quasi metà delle imprese (48%) segnala difficoltà nel trovare figure tecniche e digitali avanzate. Nonostante ciò, il sentiment imprenditoriale resta positivo: il 57% delle aziende prevede un aumento di fatturato nel 2025, con aspettative ulteriormente ottimistiche per il 2026.
Le Top 300 imprese includono piccole (46%), medie (37,7%) e grandi aziende (16,3%), con un fatturato totale di 13,6 miliardi di euro. La top 10 comprende Zucchetti (1,2 miliardi) e Sasol Italy (1,1 miliardi), e prevalgono le aziende industriali, soprattutto chimico-alimentari. Le prime 50 imprese generano il 75,8% del fatturato totale.
I comuni con maggior fatturato sono Lodi (3,7 miliardi), Terranova dei Passerini (1,1 miliardi), Lodi Vecchio (1,1 miliardi), Codogno (963 milioni) e Pieve Fissiraga (832 milioni).
In termini di redditività, le 50 principali società per margini vantano un EBIT/fatturato superiore al 14% e un ROE a doppia cifra, indipendentemente dal giro d’affari.
Il territorio lodigiano è relativamente giovane (età media 45,9 anni), ma le previsioni fino al 2050 indicano una crescita della popolazione totale del +3,3%, guidata dagli over 65 (da 53 mila a quasi 76 mila), mentre le fasce attive (15-34 e 45-54 anni) diminuiranno complessivamente di circa 18 mila unità. Con l’attuale tasso di occupazione (65,8%), ciò comporterà 10 mila occupati in meno entro il 2050, pari al -10% della forza lavoro attuale.
Il fenomeno accentua la competizione tra imprese per attrarre giovani talenti, rendendo strategico l’investimento in formazione continua, automazione, controllo qualità, pianificazione della domanda e ottimizzazione energetica. La mobilità internazionale dei giovani contribuisce alla perdita di competenze: dal 2019 i lodigiani trasferiti all’estero sono aumentati del 51%, di cui il 25,3% ha tra i 18 e i 34 anni.
“Il quadro tracciato dall’indagine del centro studi Assolombarda evidenzia un contesto imprenditoriale lodigiano vivace, con aziende in grado di muoversi efficacemente anche nell’incerto quadro geo-economico e che troviamo coerente con il nostro punto di vista di banca del territorio” – commenta Antonio Luca Sallustio, responsabile della Direzione Territoriale Lodi Lombardia Sud e Liguria di Banco BPM – “Oggi, una questione cruciale per la competitività delle imprese è quella di trovare e trattenere al proprio interno professionalità e talenti. Banco Bpm ha attivato strategie specifiche per coinvolgere e valorizzare i giovani colleghi, offrendo loro credibili prospettive di crescita. Tuttavia – conclude Sallustio – al di là delle iniziative settoriali, siamo di fronte a un fenomeno innescato da fattori sociodemografici articolati che è necessario affrontare nella loro integralità a livello politico-economico complessivo”.
Il futuro dell’economia lodigiana richiede di trasformare le sfide demografiche e di competenze in vantaggi competitivi, puntando su innovazione, digitalizzazione e valorizzazione del capitale umano. Le imprese che sapranno attrarre giovani talenti e gestire efficacemente le risorse esistenti saranno in grado di mantenere la competitività e sfruttare le opportunità offerte dalla trasformazione digitale.