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Servizio idrico, la Campania fa acqua: “Danno erariale da 90 milioni”

Gestione irregolare per 76 comuni delle province di Napoli e Salerno, inchiesta della Corte dei Conti su indagini della Gdf.

Napoli – I finanzieri hanno notificato un invito a presentare deduzioni e documenti a 13 persone ritenute responsabili di un danno erariale di circa 90 milioni di euro derivante dalla irregolare gestione del servizio idrico integrato in 76 comuni delle province di Napoli e Salerno. 

Tra i destinatari della misura figura anche l’ex presidente della Regione Campania, attualmente consigliere regionale, Stefano Caldoro, Sabino De Blasi, presidente del Cda della Gori Spa e tutti gli ex membri dell’allora giunta regionale. Le indagini ipotizzano, negli anni dal 2013 al 2018, la violazione della normativa ambientale nazionale che imponeva, tra le varie cose, il trasferimento di tutte le opere e infrastrutture idriche, gestite dalla Regione Campania, alla società concessionaria, la quale ne doveva assumere i relativi oneri, nel rispetto dei principi di efficacia, di efficienza e di economicità

Nonostante molteplici incontri, atti e delibere che stabilivano modalità e tempistica del trasferimento delle citate opere, la Regione Campania e la società concessionaria non hanno mai concretizzato quanto concordato, ad eccezione del trasferimento di pochissimi impianti. 

Il mancato trasferimento in concessione d’uso delle opere regionali al concessionario, da un lato, non ha permesso l’efficientamento del servizio idrico integrato e, dall’altro, ne ha fatto indebitamente e dannosamente ricadere i costi di gestione sul bilancio regionale gravando sulla fiscalità diffusa regionale e non sulla fiscalità diretta (la tariffa). 

In sostanza, la Regione Campania si è accollata, nel tempo, costi che avrebbero potuto trovare copertura nella tariffa da applicare all’utenza, con gravi ripercussioni sulle finanze regionali. 

Più in dettaglio, è stato accertato che: la società concessionaria ha incassato dall’utenza la tariffa del servizio idrico e del servizio di depurazione senza minimamente realizzare il servizio idrico integrato e senza riversare alla Regione Campania la quota di tariffa ad essa spettante per il servizio di fornitura di acqua idropotabile e del servizio di depurazione delle acque reflue; i costi di gestione del servizio idrico e del servizio di depurazione, che dovevano essere a carico del gestore e “scaricati” sull’utenza tramite tariffa, sono stati invece sostenuti dalla Regione Campania ricorrendo alla fiscalità generale o al credito bancario o comprimendo altri servizi. 

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