Nei guai la AF Logistics spa. Secondo l’inchiesta i lavoratori vengono impiegati formalmente dalle cooperative, in realtà prestano la loro opera ai colossi del settore senza ricevere i contributi previsti.
Milano – Serbatoi di manodopera fittizi, continua l’inchiesta a Milano. La Guardia di finanza ha eseguito un sequestro preventivo d’urgenza per frode fiscale da oltre 22 milioni di euro, nei confronti della AF Logistics spa, società attiva nel settore del trasporto e movimentazione merci fornitrice di Gs, catena dei supermercati del gruppo Carrefour, già colpita da un sequestro analogo lo scorso aprile.
Le indagini, coordinate dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano con la collaborazione del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate, riguardano il fenomeno della somministrazione illecita di manodopera. Le ipotesi investigative riguardano una frode fiscale complessa, che ha visto l’utilizzo da parte della società beneficiaria di un meccanismo illecito di fatturazione per operazioni inesistenti, in seguito a fittizi contratti d’appalto per la somministrazione di manodopera. Questo ha portato all’emissione e all’utilizzo di documenti falsi.
In particolare, è stato accertato che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati mascherati da società “filtro”, che a loro volta si sono avvalse di società cooperative (“serbatoio”). Queste ultime hanno sistematicamente omesso il versamento dell’IVA e degli oneri previdenziali e assistenziali.
Lo scorso 29 aprile a carico della GS spa, del gruppo dei supermercati Carrefour Italia, erano stati sequestrati 64,7 milioni di euro durante una delle tante inchieste del pm milanese Paolo Storari sui cosiddetti “serbatoi di manodopera”: un “sistema” attraverso il quale grandi aziende di vari settori – logistica, trasporto merci, vigilanza privata, ecc. – si garantiscono “tariffe altamente competitive” sul mercato “appaltando manodopera” in modo irregolare. I lavoratori in pratica prestano la loro opera formalmente per le cooperative, ma in realtà sono impiegati per conto di colossi del settore, senza però ricevere i contributi previsti.
Grazie alla Procura di Milano il filone delle indagini ha prodotto il sequestri di centinaia di milioni di euro e le aziende sono state costrette a regolarizzare migliaia di lavoratori, versando i relativi risarcimenti al fisco.