Sequestrata una montagna di beni a due fratelli reggini legati ai clan

I due imprenditori appartenenti alla criminalità organizzata sottoposti a custodia cautelare in carcere nel procedimento “Libro Nero”.

Reggio Calabria – Decreto di confisca del capitale sociale per intero o pro quota e del patrimonio di 12 società, 6 veicoli, 315 fabbricati, 21 terreni, nonché il sequestro dei rapporti finanziari comunque riconducibili a due fratelli, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Ufficio Misure di Prevenzione, che ha parzialmente accolto, come del resto il precedente decreto di sequestro, la proposta avanzata nel 2022, a firma congiunta, dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria e dal Questore di Reggio Calabria.

Il Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione ha rilevato la figura di imprenditori compiacenti che, fin dall’inizio della loro attività, avevano instaurato un rapporto di proficuo scambio con la criminalità organizzata di stampo mafioso. Il compendio probatorio, acquisito anche da un parallelo procedimento penale, ha dimostrato come il gruppo imprenditoriale non fosse solo vittima, ma anche favorito dalle cosche mafiose per l’incremento del proprio patrimonio. Gli accertamenti patrimoniali hanno evidenziato che l’acquisto di quote societarie è stato utilizzato per ottenere il controllo delle decisioni aziendali e accrescere il patrimonio aziendale.

I due imprenditori erano stati inizialmente considerati soggetti socialmente pericolosi per appartenenza alla criminalità organizzata e sottoposti a custodia cautelare in carcere nell’ambito del procedimento denominato “Libro Nero”, in cui risultavano partecipi e imprenditori di riferimento della cosca Libri, dominante nel territorio di Reggio Calabria.

Successivamente, l’Ufficio di Procura ha esercitato l’azione penale con l’accusa di partecipazione ad associazione mafiosa per uno dei fratelli, mentre per l’altro l’accusa è stata modificata in concorso esterno. Il procedimento, definito con rito abbreviato, si è concluso con la condanna di entrambi i fratelli per concorso esterno in associazione mafiosa: uno dei fratelli è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione, mentre l’altro a 4 anni di reclusione.

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