Separazione delle carriere: pioggia di emendamenti in Senato, sono 1400

Tra le proposte del Pd quello a prima firma di Anna Rossomando con cui si chiede l’elezione dei componenti del Csm e il rispetto della parità di genere.

Roma – Pioggia di emendamenti sulla separazione delle carriere. Sono quasi 1400 quelli presentati dalle opposizioni al Senato, sulla legge che da mesi divide la politica e ha creato un braccio di ferro senza pari con la magistratura. In particolare, Avs ne ha presentati 707, il Partito democratico 485, Italia viva 7 e il Movimento 5 stelle 166. Tra le proposte presentate dal Pd c’è un emendamento a prima firma della vicepresidente del Senato Anna Rossomando con cui si chiede l’elezione dei componenti del Csm e il rispetto della parità di genere.

Il sistema di elezione dovrà favorire “la parità di genere, assicurando che la presenza di rappresentanti di ciascun sesso non superi il 60% dei componenti”, è scritto nel testo come riporta Public Policy. L’emendamento interviene così sulla composizione dei due Csm. Analoghe proposte – secondo quanto visionato da Public Policy – sono state presentate da altri esponenti dem. Anche per quanto riguarda l’Alta corte, su cui interviene l’articolo 4 del ddl, il senatore Bazoli propone che “il sistema di elezione” assicuri “la parità di genere attraverso un’eguale rappresentanza di donne e uomini”. Altri emendamenti del Pd vogliono introdurre una formazione unitaria per i magistrati. Inoltre una proposta di modifica presentata dai dem chiede che il sorteggio sia temperato: l’estrazione a sorte dovrà essere effettuata “in numero doppio rispetto a quello dei componenti e ad essa segue l’elezione”. 

Due settimane fa l’incontro tra i vertici dell’Anm e la premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, sul tema della riforma della giustizia. Il presidente Parodi, facendo il punto sul colloquio, aveva dichiarato: “C’è stato un lungo scambio di opinioni che, devo dire, non ha portato a sostanziali modifiche delle nostre posizioni e tantomeno di quelle del governo”. Parodi ha poi aggiunto: “Io credo non sia stato inutile perché abbiamo avuto modo di spiegare nel dettaglio le ragioni specifiche, tecnico giuridiche, che ci portano assolutamente a non condividere questa riforma. Lo abbiamo fatto. E abbiamo preso atto con molta chiarezza di una volontà del governo di andare avanti senza alcun tentennamento, e alcuna modifica sul punto”.

“Auspico si arrivi al referendum con la stessa serenità con cui oggi dibattiamo, senza pregiudizi”. Di riforma della giustizia ha parlato il Guardasigilli Carlo Nordio, intervenuto qualche giorno fa al convegno “(In)Separabili – Pm e giudici alla prova dell’equa distanza” nella sala Matteotti della Camera dei deputati. Un dibattito, organizzato da Maurizio Lupi di Noi moderati, che ha visto il confronto del Ministro con i presidenti dell’Anm, Cesare Parodi, e delle Camere penali, Francesco Petrelli. “Argomentazioni pacate e civili” dovrebbero contraddistinguere il percorso della riforma, che il Guardasigilli definisce “intoccabile, perché già approvata da un ramo del Parlamento”. “Chiunque vinca, – aggiunge il Ministro – non è bene che chi perda venga umiliato, né nel caso in cui sia la magistratura né nel caso in cui sia la politica”.

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