Il presidente Parodi: “Sul tema non abbiamo ulteriori appuntamenti con l’esecutivo, ma continua la mobilitazione tra la gente”.
Roma – Per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni “la politica a sua volta sente di essere attaccata in qualche misura”. Lo ha riferito il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, al termine dell’incontro a palazzo Chigi col governo per affrontare il tema legato alla separazione delle carriere. “Io ho ribadito che i giudici, i magistrati possono sbagliare. Non c’è dubbio che accettiamo le critiche, perché possiamo sbagliare come tutti, ma che siamo profondamente avviliti e feriti quando queste critiche hanno per oggetto non i nostri provvedimenti, ma la nostra posizione ideologica, che avrebbe secondo la politica condizionata le nostre scelte. Guardate che non c’è insulto peggiore per un magistrato. Noi chiediamo rispetto, lo abbiamo chiesto con forza”. Allo stato dei fatti dunque, le posizioni non cambiano.
Uscendo dall’incontro con la premier Meloni e i vertici di governo a Palazzo Chigi sul tema della riforma della giustizia, Parodi ha dichiarato: “C’è stato un lungo scambio di opinioni che, devo dire, non ha portato a sostanziali modifiche delle nostre posizioni e tantomeno di quelle del governo”. Parodi ha poi aggiunto: “Io credo non sia stato inutile perché abbiamo avuto modo di spiegare nel dettaglio le ragioni specifiche, tecnico giuridiche, che ci portano assolutamente a non condividere questa riforma. Lo abbiamo fatto. E abbiamo preso atto con molta chiarezza di una volontà del governo di andare avanti senza alcun tentennamento, e alcuna modifica sul punto”.
“C’è stato un discorso molto importante che ci tenevo a fare” al governo: “chiedere, al di là del discorso sulla riforma, un maggiore rispetto per i magistrati che vengono spesso accusati di produrre dei provvedimenti non giurisdizionali ma ideologici”. “Io ho chiesto con forza che questo atteggiamento possa essere modificato – ha aggiunto – perché è un atteggiamento che ferisce i magistrati, perché i magistrati sono i primi a rifiutare evidentemente questa logica”.
Sul tema della riforma, ha concluso il presidente dell’Anm, “non abbiamo ulteriori appuntamenti col governo, speriamo di averne per quanto riguarda invece gli altri aspetti che sono assolutamente importanti. Su questo tema andremo avanti per conto nostro perché è giusto che il dibattito continui“. E proseguiremo la mobilitazione “cercando la gente, cercando i corpi intermedi, cercando degli interlocutori, cercando di far capire quello che molte persone non credono. Tanti pensano veramente che noi siamo qui per difendere interessi corporativi, la casta, i privilegi. Se noi non battiamo queste convinzioni, se non lo facciamo con estrema forza e capacità, la partita è persa fin l’inizio”.