A tracciare la tabella di marcia della riforma il Guardasigilli: “Iter va avanti rapidamente, poi dopo passaggio si andrà al referendum”.
Roma – Separazione delle carriere. Sarà la volta buona? “L’iter sta andando avanti in modo rapido: è già stato approvato in commissione. Contiamo entro l’estate di avere la doppia lettura parlamentare, dopo di che si andrà al referendum, cosa che io auspico”, dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ospite alla trasmissione XXI secolo. “Paradossalmente non auspico nemmeno una maggioranza qualificata alle camere che impedisca il referendum perché si tratta di una materia così delicata e così importante dove è bene che si pronunci il popolo italiano”, ha aggiunto il Guardasigilli.
“Bisogna distinguere tra magistrati del pubblico ministero e giudici. Il pubblico ministero è una parte, come l’avvocato, quindi direi che ha una maggiore libertà di espressione, la avrà ancora di più quando avremo separato le carriere e sarà realmente diviso da quelli che sono oggi i suoi fratelli, maggiori o minori, che sono i magistrati giudicanti”, ha detto Nordio sottolineando che “il magistrato giudicante ovviamente ha libertà di pensiero però più parla e più si espone al rischio di minare la sua credibilità di imparzialità a mano a mano che entra in settori della giustizia o della politica che possono esprimere giudizi sui quali magari un domani sarà chiamato a pronunciarsi nei provvedimenti giurisdizionali”.
Rispetto alle polemiche delle ultime settimane ha continuato: “Più che di conflittualità parlerei di opinioni divergenti con un certo settore della magistratura. Sono stato magistrato per 40 anni e passa, come editorialista molte volte ho criticato certi atteggiamenti della magistratura, ci sono delle oscillazioni. In
questi ultimi tempi i toni si sono alzati e io spero si abbassino”. “Sarà pressoché inevitabile che ci sia
un referendum” sulla riforma sulla separazione delle carriere. Ne è convinto il Presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia: “I cittadini credo che sapranno scegliere tra un assetto costituzionale, quale quello attuale, che ha assicurato in tutti questi decenni un equilibrio tra i poteri dello Stato, e un nuovo assetto che – basta leggere il testo – per rendersi conto che altera un equilibrio come ci guida dal 1948 in poi e che ha consentito
alla magistratura di essere in alcuni momenti drammatici del paese un avanguardia di democrazia”.
E Santalucia aggiunge: “Entro l’estate l’approvazione della riforma? Il calendario parlamentare non ci appartiene, in ogni spazio pubblico che ci è consentito, argomenteremo le ragioni della nostra contrarietà;
questo consente a tutti di decidere con migliore cognizione di causa”. Sulla questione intervengono anche i penalisti. “Alla fine di questa settimana è previsto l’avvio della discussione in aula della riforma costituzionale della separazione delle carriere. Si tratta di una importante riforma della intera magistratura indispensabile al fine di realizzare nel processo la figura del ‘giudice terzo’, separato dall’accusa e dalla difesa, garante dei diritti dei cittadini, previsto dall’articolo 111 della Costituzione e mai di fatto realizzato”, sottolinea in una nota la Giunta dell’Unione delle Camere penali italiane.
Nella nota si ricorda che la stessa Ucpi “sin dall’entrata in vigore del codice Vassalli si è battuta per realizzare una vera riforma che separasse la magistratura requirente da quella giudicante come unico mezzo per ottenere un giudice forte, autorevole e indipendente, garantendo al tempo stesso l’autonomia e l’indipendenza del pubblico ministero, condizioni indispensabili per la piena realizzazione del processo accusatorio”. “Una riforma che dunque non ha nulla di punitivo ma che intende garantire ai tutti i cittadini un sistema penale moderno e funzionale rispettoso delle garanzie di libertà della persona iscritte nella nostra Costituzione ed ispirato ai principi liberali e democratici dell’equo e giusto processo – prosegue – Il percorso parlamentare di questa importante riforma ha avuto inizio nel 2017 con il deposito del disegno di legge di iniziativa popolare promosso dagli avvocati penalisti al quale si sono ispirati i successivi progetti confluiti nell’attuale iter parlamentare che dopo i necessari passaggi nelle Commissioni, sta ora entrando nel vivo”.
“Al fine di dare sostegno al complesso percorso di questa legge di riforma costituzionale, l’Ucpi intende costituire fin da ora un Comitato che funga da supporto all’approvazione della legge, spiegandone le ragioni ai cittadini, e denunciando le errate prospettazioni e le falsità che vengono spesso opposte alla riforma da parte dell’informazione e della stessa magistratura, che finiscono con l’inquinare il dibattito politico – conclude la Giunta dell’Unione – Consapevoli della fondamentale rilevanza di questo passaggio
parlamentare e dei futuri sviluppi referendari per la riuscita di una riforma che è fondamentale per il futuro del processo penale e per la piena realizzazione del modello accusatorio, l’Unione delle Camere penali italiane metterà in campo tutte le sue energie e tutte le sue risorse, raccogliendo attorno a se tutte le voci che vorranno liberamente concorrere alla realizzazione di quell’obbiettivo”.