Si tratta di due bambini di 9 e 6 anni, che vivevano completamente isolati, ancora con il pannolino. Il tribunale li ha affidati a una comunità per minori.
Lauriano – Una storia che tocca nel profondo quella di Rayan e Noha, 9 e 6 anni, due fratellini che fino a pochi giorni fa hanno vissuto come dei fantasmi. Niente scuola, niente documenti, niente pediatra. Due bambini che giocavano da soli in un cascinale isolato sulle colline di Lauriano, raggiungibile solo a piedi attraverso il bosco dalla strada statale.
La scoperta è avvenuta quasi per caso, durante l’alluvione che ha colpito la zona, quando i carabinieri sono saliti al cascinale per notificare un’ordinanza di sgombero firmata dalla sindaca Mara Baccolla. Quello che hanno trovato ha dell’incredibile: due bambini in condizioni igienico-sanitarie precarie, entrambi ancora con il pannolino, che vivevano in totale isolamento.

Una famiglia olandese fuori dal mondo
I genitori sono olandesi: lui 54 anni, scultore che lavora il metallo; lei 38. Il padre ha raccontato di aver vissuto in Germania e di essere arrivato a Lauriano solo tre anni fa, dopo aver acquistato la cascina. Un dettaglio significativo: mentre il padre risulta residente da tre anni, i figli non hanno mai avuto una residenza ufficiale in Italia.
Quando è stata scoperta la situazione, è immediatamente intervenuto il Ciss (Consorzio intercomunale dei servizi sociali) di Chivasso, l’ente responsabile per la tutela dei minori in 23 comuni del territorio. I due fratellini sono stati immediatamente affidati a due comunità protette separate.
La decisione del tribunale: troppi rischi per il ritorno in famiglia
Il Collegio dei giudici del tribunale dei Minorenni è stato categorico nella sua valutazione. Nella relazione ufficiale si legge che “dalla segnalazione e dalle relazioni informative risultano fatti tali da far pensare che i minori siano privi di idonea assistenza da parte dei genitori o parenti tenuti a provvedervi”.
Una formulazione tecnica che nasconde una realtà drammatica: due bambini lasciati crescere senza gli strumenti basilari per integrarsi nella società. Le problematiche rilevate sono multiple e gravi: completa assenza della madre dalla gestione dei figli, incuria paterna e condizioni di isolamento totale, assenza di stimoli educativi e sociali appropriati.

Per questi motivi, il tribunale ha stabilito che i minori non possano essere riaffidati ai genitori e dovranno essere collocati in famiglia affidataria o, in mancanza di quest’ultima, in casa famiglia, con la possibilità di incontri con i genitori solo in “luogo neutro” e sotto supervisione.
Le giustificazioni del padre: una realtà parallela
Il padre ha tentato di difendere le proprie scelte con argomentazioni che appaiono disconnesse dalla realtà. “Ho potuto vedere i miei figli giorni fa, però li sento ogni giorno al telefono”, ha raccontato l’uomo, sostenendo che i bambini fossero arrivati in Italia solo due settimane prima della scoperta.
Alla domanda sul perché non frequentassero la scuola, la risposta è emblematica: “Seguivano corsi online. Hanno molti giocattoli, ognuno il proprio computer, strumenti musicali, attrezzature per lo sci e in estate vanno a cavallo. Non c’è alcuna negligenza da parte nostra”.
Un fenomeno globale preoccupante
A livello mondiale, circa 150 milioni di bambini sotto i cinque anni non sono registrati, mentre altri 50 milioni, pur essendo registrati, non possiedono un certificato di nascita. Numeri che fanno riflettere sulla facilità con cui i minori possano “scomparire” dai sistemi di protezione sociale.
In Italia, un Paese con sistemi di controllo relativamente efficienti, scoprire due bambini completamente invisibili al sistema dovrebbe far scattare un campanello d’allarme sui possibili vuoti normativi e di controllo del territorio.
Il lavoro di recupero dei servizi sociali
Il Ciss di Chivasso è al lavoro per recuperare il tempo perduto e garantire a Rayan e Noha quello che è loro diritto: un’adeguata istruzione, un pediatra di riferimento e documenti di identità. Un lavoro complesso che va oltre la burocrazia e tocca aspetti psicologici e sociali profondi.

“È una vicenda delicata”, commenta la sindaca Mara Baccolla. “L’aspetto che ora più ci preme è che questi bambini possano trovare un equilibrio”. Una dichiarazione che, nella sua semplicità, coglie il punto centrale: due bambini hanno bisogno di ritrovare una normalità che forse non hanno mai conosciuto.
Il percorso di reinserimento sarà lungo e complesso. Rayan e Noha dovranno imparare non solo a leggere e scrivere ma anche a relazionarsi con i coetanei, a comprendere le regole sociali basilari e a superare il trauma dell’isolamento.