Casellati e Bassetti insieme: possibile soluzione?
“Dare agli studenti e ai genitori la possibilità di scegliere tra una buona scuola pubblica statale e una buona scuola pubblica paritaria, favorirebbe una proficua, leale e necessaria concorrenza tra gli istituti scolastici”.
Con queste parole la presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha avviato il seminario su “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa in Italia e in Europa” che si è tenuto alcuni giorni fa presso la sala convegni Usmi (Unione superiori maggiori d’Italia)-Cism (Conferenza italiana superiori maggiori). La tanto conclamata “equità sociale” ha inizio dalla possibilità economica di accedere all’istruzione, nel rispetto dei principi della libertà di scelta educativa che la Costituzione garantisce ai genitori, primari responsabili dell’educazione dei figli.
“Promuovere una vera uguaglianza nell’accesso all’istruzione, ha detto la Presidente del Senato, significa sostenere una crescita equa di tutto il Paese, basata sul merito, sulle capacità, sull’impegno e sulla passione”. Per conseguire tale traguardo occorre mettere in atto la proposta contenuta nel documento della CEI (Conferenza Episcopale Italiana), che suggerisce la determinazione di un “costo standard di sostenibilità per studente” a carico dello Stato, da distribuire a beneficio tanto delle scuole pubbliche, quanto di quelle paritarie”.
Il sistema nazionale dell’Istruzione si articola in: scuole pubbliche gestite dallo Stato e scuole paritarie con pari dignità e responsabilità educative.
“Di fronte alla diffusa emergenza educativa, occorre realizzare un’effettiva parità scolastica in armonia con il dettato costituzionale, perché non c’è vera libertà senza libertà di educare, senza un diritto all’istruzione che sia inteso come un diritto alla libertà dell’insegnamento e alla libertà dell’apprendimento, riconoscendo il valore del pluralismo scolastico fra la scuola statale e la scuola paritaria“.
La senatrice Casellati, in qualità di costituzionalista, ha sottolineato il valore del diritto della famiglia come espressione di una libertà di scelta che deve declinarsi nella ricchezza del pluralismo educativo, garantito dalla scuola pubblica paritaria.
Il presidente della CEI, cardinale Gualtiero Bassetti, in riferimento alle sempre maggiori crescenti difficoltà economiche, che hanno, di fatto, diminuito le iscrizioni, determinando la chiusura di numerose scuole cattoliche, ha dichiarato:
“Spero che le famiglie possano scegliere tra una scuola pubblica statale e pubblica paritaria alle medesime condizioni economiche”.
Il convegno, centrato sul diritto alla libertà di scelta educativa della famiglia e sul pluralismo formativo, è stato articolato in due sezioni. Nella prima parte sono intervenuti in qualità di relatori la presidente del Senato Casellati, il presidente della CEI Bassetti, suor Nicla Spezzati del consiglio di presidenza Usmi (Unione superiore maggiori d’Italia) e padre Luigi Gaetani, presidente Cism (Conferenza italiana superiore maggiori).
La seconda parte dell’evento ha registrato il confronto tra i rappresentanti delle diverse associazioni ed Enti che operano nella scuola paritaria: Giancarlo Frare (presidente nazionale Agesc), Marco Masi (presidente nazionale Cdo-Foe), Don Roberto Dal Molin (delegato scuola nel Consiglio nazionale della Scuola Cattolica – Cism), suor Lauretta Valente, (delegata Confap nel Consiglio nazionale della Scuola Cattolica), Virginia Kaladich (presidente nazionale Fidae), Luigi Morgano (segretario generale Fism) e suor Anna Monia Alfieri, (delegata Usmi – nazionale nel Consiglio nazionale della Scuola Cattolica).
Le richieste e le proposte formulate nel corso del convegno sono chiare: il rispetto del dettato costituzionale in materia di parità didattica. Il presidente CISM, padre Luigi Gaetani ha dichiarato:
“Non vogliamo privilegi e non è una questione di soldi, è una questione di diritti costituzionali. Noi lavoriamo affinché ci sia un pluralismo di offerta dove tutti possano accedere alle scuole paritarie, senza creare differenze tra ricchi e poveri. Noi fino ad oggi abbiamo sostenuto una scuola cattolica nata per i poveri e che per questioni politiche era diventata quasi una scuola da ricchi. Oggi il rischio è che lo Stato compia la stessa operazione su se stesso favorendo la nascita di scuole paritarie private alle quali è possibile accedere solo pagando una retta altissima destinando i figli dei poveri ad utilizzare solo le scuole pubbliche”.
“La più grave criticità riguarda i disabili” – ha detto il presidente dell’AGesc Giancarlo Frare. “Questi soggetti sono portatori di diritti. Per i disabili nelle paritarie non ci sono fondi. O paga la scuola o paga la famiglia. Il tema nei confronti della politica è che occorre l’effettiva parità tra scuole pubbliche, statali e paritarie.
E’ compito dello Stato stabilire come realizzare la parità e l’esercizio del diritto di libertà educativa, abbattendo le barriere ideologiche di prevenzione e senza penalità e discriminazioni. La proposta centrale del convegno converge sulla pianificazione del “costo standard per studente“, cavallo di battaglia di Suor Anna Monia Alfieri, come metro di misura della quota capitaria che poi viene declinata come buono scuola, dote scuola o convenzione.
La considerazione che tale progetto possa favorire una minore spesa nazionale per l’istruzione, dovrebbe consentire una maggiore attenzione da parte del Governo e portare a compimento una battaglia che dura da anni.