Al comando un marocchino: oltre a gestire la droga e immigrati irregolari, viveva con la famiglia nel lusso sfrenato.
Busto Arsizio – Scovata dalla polizia a Busto Arsizio una centrale di spaccio. Al comando un marocchino: oltre a gestire la droga e immigrati irregolari, viveva con la famiglia nel lusso sfrenato. I proventi dello spaccio avevano consentito l’accumulo di un patrimonio, tra ville e auto di lusso, di oltre 1 milione, ora sequestrati per ordine del Tribunale di Milano.
L’uomo, già colpito da plurime condanne per spaccio di stupefacenti e rapina e recentemente arrestato, gestiva con la collaborazione della famiglia una strutturata organizzazione in grado di rifornire non solo il mercato locale ma anche il nord e il centro Italia.
A seguito dell’attività di indagine svolta dai poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Varese, è emerso che lo straniero, pur essendo totalmente nullatenente, risultava comunque proprietario di immobili, autovetture e beni intestati ad altri soggetti appartenenti al suo nucleo familiare.
L’attenzione degli investigatori si è focalizzata, in particolare, sul ruolo apicale dei componenti femminili della famiglia: l’analisi dei flussi finanziari ha consentito di evidenziare come le donne (moglie, figliastra, sorella e suocera), oltre a fornire il proprio supporto all’illecito business, risultassero le titolari dei beni, poiché incensurate e al di sopra di ogni sospetto. Seppur prive di patente, erano le intestatarie delle vetture utilizzate dai corrieri e delle relative polizze assicurative; risultavano inoltre titolari dei contratti di locazione delle abitazioni usate per lo stoccaggio della sostanza stupefacente.
Le donne, inoltre, esercitando solo sporadicamente attività lavorativa, risultavano essere pressoché prive di fonti lecite di sostentamento. Ciò ha consentito loro di fare un massiccio accesso a diversi benefici INPS di carattere patrimoniale, tra i quali il reddito di cittadinanza, il reddito di emergenza e l’indennità mensile di disoccupazione (NASPI).
Il marocchino, leader di una vera e propria impresa familiare dedita allo spaccio di stupefacenti, garantiva a sé e ai congiunti un elevato tenore di vita grazie a immobili e vetture che altrimenti non avrebbe mai potuto possedere e un’ampia e sfarzosa villa su due piani, di metratura totale pari a 500 mq, circondata da un ampio giardino, ubicata in una tranquilla zona residenziale. Tutti i beni sono stati sequestrati, così come altre 2 unità immobiliari, 10 rapporti bancari/finanziari e 3 autovetture, tra cui una prestigiosa BMW serie 6d Xdrive, per un totale di oltre un milione di euro.
Nel corso dell’operazione è emerso che in una delle abitazioni sottoposte a sequestro erano ospitati due cittadini marocchini irregolari sul territorio nazionale, ora espulsi con decreto del Prefetto di Varese: dovranno abbandonare il territorio dello Stato entro 7 giorni. I due sono stati anche denunciati per violazione del testo unico sull’immigrazione poiché risultavano inottemperanti a precedente ordine di abbandono del territorio italiano emesso nell’anno 2021. Al vaglio degli inquirenti anche la posizione della sorella del marocchino: si dovrà verificare a che titolo fornisse alloggio ai due concittadini irregolari