L’inchiesta sul dossieraggio agita il “Palazzo”: 15 indagati tra cui il procuratore della Dna Laudati e tre giornalisti de “Il Domani”.
Roma – Ci sono attuali esponenti del governo come i ministri Guido Crosetto, da una denuncia del quale è partita l’indagine ora a Perugia, Francesco Lollobrigida, Marina Elvira Calderone, Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso insieme a Marta Fascina, parlamentare e compagna di Silvio Berlusconi, gli ex presidenti del Consiglio Giuseppe Conte e Matteo Renzi, ma anche Fedez, Cristiano Ronaldo e Massimiliano Allegri tra coloro che sarebbero stati spiati dal finanziere Pasquale Striano quando era in servizio alla Procura nazionale antimafia. La reazione politica sull’attività di dossieraggio che voleva tenere sotto scacco i luoghi della decisione e del potere è, come si poteva immaginare, incandescente, scomposta e pronta al contrattacco.
Un quadro che si delinea nell’indagine della procura di Perugia secondo la quale le informazioni sarebbe frutto di circa 800 accessi abusivi alla banca dati relativa alle Segnalazioni di operazioni sospette. Agli atti
dell’inchiesta non c’è però al momento la prova che siano stati realizzati dossier su personalità delle istituzioni o politici. La prova non c’è, ma gli indizi e i sospetti sono sempre più evidente sul fatto che quelle informazioni siano state usate e che un nuovo “politica gate” sia scoppiato. Si scaglia sulla vicenda il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri che invoca una “un’ispezione profonda” sulla procura antimafia. “Ne parleremo in Parlamento perché la cosa non può finire qui” insiste.
Il vicepremier Matteo Salvini passa al contrattacco: “Possono spiarci, processarci, anche condannarci, tanti nemici tanto onore, anche se tanti nemici alla lunga sono impegnativi. Vuole dire che siamo gli unici scomodi, l’unico granello di sabbia che rischia di fare saltare ingranaggio, come Davide contro Golia”. Il leader della Lega parla dell’inchiesta sui dossieraggi illeciti e ironizza facendo osservare che “c’è una lista di centinaia di persone spiate da un servitore dello Stato infedele. Esponenti della finanza e della magistratura e provate a dire quale è il partito con più donne e uomini illegalmente spiati…”. Il ministro delle Infrastrutture non si arrende e chiosa: “Ogni attacco, ogni minaccia, ogni accusa in più sono una medaglia”.
Anche la Lega fa una nota al veleno dopo le parole di Salvini: “L’inchiesta sugli spioni che setacciavano illegalmente i dati di centinaia di cittadini, soprattutto di centrodestra e in particolare politici e persone
vicine al Carroccio, rivela un quadro sconcertante. Siamo di fronte a un vero e proprio attacco alla Repubblica e alla democrazia che coinvolge magistratura, Guardia di Finanza e giornali di sinistra, col risultato che in più di una occasione le procure hanno aperto inchieste basandosi su presunti scoop nati da
notizie costruite a tavolino sulla base di dati ottenuti illegalmente”.
E ancora, insiste la Lega: “Siamo certi che tutti i più alti vertici delle Istituzioni sapranno intervenire con chiarezza inequivocabile e chiederemo che il Copasir approfondisca la questione in dettaglio fino alla completa chiarezza sui fatti, a partire dalle audizioni dei vertici presenti e passati della Guardia di Finanza e dell’Antimafia”. Anche il leader di Iv Matteo Renzi accusa: “Sono stato il primo a subire il dossieraggio – sottolinea – e denunciai la fuga di notizia sulla vicenda della casa. In un Paese civile le Istituzioni non organizzano hackeraggi di Stato come quelli che stanno emergendo. Siamo vittime di uno scandalo. Ho chiesto al Ministro Crosetto di venirne a parlarne con me in Leopolda venerdì sera”.
Per i magistrati del capoluogo umbro guidati da Raffaele Cantone al momento però non emerge un’attività di dossieraggio vera e propria ma ritengono comunque che ci siano stati accessi ritenuti abusivi al sistema informatico delle cosiddette Sos, le operazioni ritenute sospette che gli operatori finanziari sono tenuti a segnalare e sulle quali poi deve fare luce la magistratura per stabilire se rappresentino qualcosa di illecito
o si tratti di normali transazioni. Una sorta di ricerca a strascico che Striano avrebbe compiuto spesso, secondo quanto accertato fino ad ora, non trovando alcunché.
Tra le personalità oggetto della ricerca risultano anche i sottosegretari Andrea Delmastro e Giovanbattista Fazzolari, Olivia Paladino, compagna di Giuseppe Conte, Marco Carrai o nomi di persone estranee alla politica, come anche Andrea Agnelli e il presidente della Federcalcio Giuseppe Gravina. Perché Striano abbia fatto le ricerche è ancora oggetto dell’indagine che coinvolge una quindicina di persone tra cui alcuni giornalisti che hanno ricevuto la solidarietà dell’Usigrai “perchè hanno fatto semplicemente il loro lavoro di
giornalisti d’inchiesta”. Emerge però che Striano non ha ricevuto denaro a chi ha eventualmente fornito le informazioni. Il suo difensore ha sottolineato in passato che il tenente “si è sempre mosso nell’alveo delle regole e seguendo le direttive che gli arrivavano”. “Non sappiamo nulla di dossier” ha affermato il
legale.
L’indagine ha però già avuto riflessi politici e non solo. Sono 15 le persone attualmente indagate: il sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati, tre giornalisti de “Il Domani” e altre persone che avrebbero sollecitato la richiesta di informazioni. I tre giornalisti indagati, anche se non hanno ricevuto nessun avviso di garanzia, sono Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia, componenti del pool inchieste del quotidiano guidato da Emiliano Fittipaldi che oggi firma un editoriale dal titolo “Un pericoloso attacco alla libertà di stampa” dove sostiene “secondo i pm guidati da Cantone realizzare inchieste giornalistiche con l’ausilio di carte vere ottenute da fonti giudiziarie è reato: per le fughe di notizie i giornalisti di Domani rischiano ora fino a cinque anni di carcere”.
A far partire le indagini è stato un esposto presentato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto alla procura di Roma a seguito di un articolo pubblicato proprio su “Il Domani” sui compensi ricevuti per le consulenze svolte, in passato, per la società Leonardo. La fuga di informazioni non ha riguardato solo il ministro, ma anche altri politici e i pm umbri, competenti per materia, vogliono capire se queste notizie siano state usate solo per fini giornalistici o anche per altre utilità. Quello che è certo è che il “politica gate” è appena iniziato e ne vedremo delle belle.