La Procura ha invocato misure cautelari per quindici persone. Sistema di mazzette da 50 a 100 euro per accelerare il rilascio delle salme.
Palermo – Un meccanismo di corruzione radicato e sistematico è stato smantellato dalla Squadra Mobile di Palermo all’interno della camera mortuaria del Policlinico. L’inchiesta ha portato la Procura a richiedere misure cautelari per quindici persone: quattro impiegati dell’obitorio, accusati di associazione a delinquere, e undici persone legate ad agenzie di pompe funebri, per le quali l’accusa è di corruzione.
Il sistema prevedeva il pagamento di somme di denaro, variabili tra 50 e 100 euro, in cambio di un trattamento preferenziale nelle procedure amministrative. Le famiglie in lutto, attraverso le agenzie funebri, si trovavano di fatto costrette a pagare questi importi extra per ottenere in tempi rapidi ciò che avrebbe dovuto essere un servizio pubblico gratuito ed efficiente.
L’indagine è scattata in modo fortuito. Durante intercettazioni effettuate dalla polizia milanese per un’altra inchiesta, è emersa una conversazione tra operatori funebri in cui si faceva riferimento esplicito a “costi aggiuntivi” necessari per operare con il Policlinico palermitano. L’informazione è stata trasmessa alla Procura di Palermo, che ha avviato attività di intercettazione scoprendo un quadro ben più grave.
Le indagini hanno documentato l’esistenza di un vero e proprio patto tra i quattro dipendenti, che si spartivano equamente i proventi della corruzione, garantendo continuità al sistema anche durante assenze per ferie o malattia. Gli inquirenti hanno raccolto prove attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno evidenziato la natura quotidiana e strutturata del fenomeno.
Particolarmente grave appare la circostanza che nessuna denuncia fosse mai giunta in precedenza alle autorità, segno che il malcostume era considerato prassi consolidata da tutte le parti coinvolte. La direzione sanitaria del Policlinico, appresa la notizia dell’inchiesta, ha provveduto al trasferimento immediato dei quattro dipendenti coinvolti assegnandoli ad altre mansioni.
Il giudice per le indagini preliminari dovrà ora valutare la richiesta di arresto formulata dai magistrati, dopo aver ascoltato gli indagati, per i quali è prevista l’audizione nei prossimi giorni.