Scoperta maxi frode fiscale da 4,8 milioni a Sassari: società “cartiera” riconducibile a gruppo cinese

Operazione della Guardia di Finanza: sequestri e perquisizioni in tre province. Denaro trasferito all’estero per eludere i controlli.

Oristano – A seguito di precedenti attività investigative condotte nel territorio oristanese, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Oristano, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari, hanno individuato un articolato sistema fraudolento realizzato tramite una società “cartiera” con sede a Sassari, riconducibile a soggetti di origine cinese.

L’impresa, risultata priva di reale operatività, era stabilmente dedita all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, omettendo il versamento dell’IVA su operazioni per un ammontare complessivo superiore a 4,8 milioni di euro.

L’indagine ha consentito di ricostruire, nell’arco di quattro anni, il flusso di denaro derivante dall’attività della cartiera, formalmente intestata a un prestanome di origine cinese. I proventi venivano sistematicamente incassati e trasferiti all’estero, principalmente verso paesi asiatici, mediante bonifici bancari, con lo scopo di occultare l’origine illecita delle somme e rendere difficile ogni tracciamento.

Contestualmente, è stato individuato un circuito di imprese collegate, riconducibili allo stesso gruppo criminale, attivo su tutto il territorio nazionale secondo il consolidato schema dell’“apri e chiudi”: attività commerciali succedutesi nel tempo nell’esercizio della stessa impresa, senza adempiere agli obblighi dichiarativi e contributivi.

Nel solo ultimo decennio, tale rete ha occultato ricavi per oltre 2,6 milioni di euro, evadendo IVA per circa 500.000 euro e omettendo il versamento delle ritenute IRPEF e previdenziali per oltre 300.000 euro. Le attività esercitate riguardavano principalmente i settori della vendita al dettaglio (casalinghi, abbigliamento, telefonia, bricolage), oltre alla ristorazione e somministrazione di alimenti e bevande.

I soggetti formalmente intestatari delle attività risultavano privi di reale consistenza patrimoniale, mentre il vero dominus e i suoi familiari figuravano come dipendenti delle varie imprese, in una strategia volta a eludere i controlli fiscali.

Nel corso dell’operazione, condotta con l’impiego simultaneo di circa 60 militari nelle province di Sassari, Milano e Roma, sono state eseguite numerose perquisizioni presso sedi societarie, abitazioni private e studi contabili, allo scopo di acquisire elementi utili a comprovare le ipotesi di reato.

Le ipotesi delittuose al vaglio dell’Autorità Giudiziaria comprendono: emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione dei redditi, occultamento o distruzione di documentazione contabile, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, omesso versamento delle ritenute previdenziali, autoriciclaggio.

L’attività testimonia l’impegno costante della Guardia di Finanza nel contrastare le forme più gravi di evasione fiscale e nel tutelare la legalità economica sul territorio nazionale.

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