Scoperta a Bolzano una truffa con auto usate: avevano il chilometraggio scalato

Con le indagini della Gdf è calato il sipario su un’attività illecita che ha colpito ignari acquirenti attraverso un’apparente rivendita.

Bolzano – Una truffa sofisticata, costruita con l’abilità di un professionista dell’inganno e la freddezza di chi si sente intoccabile. E invece, grazie a un’azione investigativa capillare e coordinata, messa in campo a Bressanone dai Carabinieri e dai Finanzieri delle rispettive Compagnie, in sinergia con la Polizia Locale, è calato il sipario su un’attività illecita che ha colpito ignari acquirenti attraverso un’apparente rivendita di auto usate. Un’indagine partita da una denuncia come tante, che ha portato alla luce un vero e proprio sistema truffaldino transnazionale.

Tutto è cominciato con la denuncia, presso la Stazione Carabinieri di Vandoies di una cittadina che, nel novembre 2023, alla ricerca di un’auto usata, aveva trovato un’inserzione su Marketplace – la sezione dedicata agli annunci del social network Facebook – per una Volkswagen Polo del 2011, apparentemente in condizioni eccellenti e con appena 68.000 chilometri all’attivo. Un’occasione troppo vantaggiosa per lasciarsela sfuggire. Dietro l’annuncio, un uomo che si presentava come venditore serio e professionale, con tanto di contratto su carta intestata a una presunta azienda austriaca, la “Motorenzentrum Tirol”. Dopo un primo versamento come caparra, l’acquirente provvedeva a completare il pagamento, e a febbraio 2024 il veicolo risultava regolarmente immatricolato in Italia.

Ma qualcosa non quadrava. Un dettaglio, apparentemente banale – la mancata consegna della seconda chiave – diventava il primo indizio di un puzzle ben più complesso. Durante un controllo meccanico approfondito, emergeva l’inquietante verità: l’auto aveva percorso ben oltre 180.000 chilometri, e presentava segni evidenti di usura non compatibili con quanto dichiarato. Inoltre, la “Motorenzentrum Tirol“, apparentemente coinvolta nella vendita, a seguito di accertamenti svolti dai Carabinieri, risultava in realtà del tutto estranea: il suo nome era stato utilizzato fraudolentemente per fornire una parvenza di legalità.

A quel punto, l’indagine prendeva una piega decisiva. Grazie al tempestivo intervento dei Carabinieri di Bressanone, e alla collaborazione strategica con il Centro di Cooperazione di Polizia di Thörl Maglern, venivano acquisiti elementi fondamentali sia in Austria che in Germania. Il veicolo, si scopre, era passato di mano più volte, con un numero di chilometri drasticamente ridotto per gonfiarne il valore sul mercato italiano. Il titolare dell’IBAN su cui erano stati versati i fondi, l’uomo pubblicizzante l’auto su Facebook, operava in completa assenza di autorizzazioni, esercitando attività di vendita, assistenza e persino manomissione di veicoli senza alcuna licenza. Fioccano le prime sanzioni da parte della Polizia Locale e l’attività entra nel mirino anche della Guardia di Finanza, che vuole vederci chiaro, anche per i profili di propria competenza.

Il cerchio si stringe. L’Autorità Giudiziaria di Bolzano emette un decreto di perquisizione e, dopo un rapido coordinamento tra le Forze di Polizia, si decide di dare il via ad una vasta operazione. Con il benestare della Procura della Repubblica, scatta il blitz congiunto dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Locale. Durante l’intervento, vengono rinvenute e sottoposte a sequestro ben sei autovetture, tutte Volkswagen, delle quali alcune prive di targa, alcune già con targhe italiane, altre con targhe tedesche da esportazione. Non solo. Nell’abitazione in uso al soggetto, le Forze dell’Ordine hanno sequestrato: oltre 32.000 euro in contanti, in banconote di vario taglio; diversi dispositivi elettronici (telefoni, laptop, chiavette USB), apparecchiature elettroniche per modifiche alle centraline auto, documenti bancari, carte di credito e debito, compresa quella utilizzata per la ricezione del pagamento oggetto della truffa, documentazione relativa a circa 40 veicoli venduti in passato, alcuni con sospette alterazioni. E ancora, fiale di sostanze anabolizzanti, tipo testosterone, ritrovate nel frigorifero dell’abitazione.

La perquisizione ha permesso di ricostruire una rete ben strutturata, che operava indisturbata facendo leva sulla fiducia dei clienti e sull’illusione di un acquisto conveniente. Il nome di un’azienda seria e regolarmente registrata in Austria era stato utilizzato fraudolentemente, al solo scopo di accreditare l’operato del venditore. A fianco dei Carabinieri, in campo per smascherare la maxi truffa, l’occhio vigile dei Finanzieri ha individuato numerosi elementi che consentiranno di ricostruire il giro d’affari derivante dalla modifica e rivendita d’auto, che potrà essere soggetto interamente a tassazione, trattandosi di attività che, pur illecita, ha generato profitti.

Fondamentale anche l’apporto della Polizia Locale, già impegnata in accertamenti amministrativi sull’attività effettivamente svolta dal soggetto. L’operazione dimostra come la sinergia tra le istituzioni possa costituire un baluardo insormontabile contro le attività illecite, anche quelle più insidiose. L’impegno e la professionalità delle Forze dell’Ordine, ha consentito di fermare un soggetto che operava con metodi sofisticati ma in totale spregio della legge, tutelando in modo concreto la sicurezza economica dei cittadini.

La vicenda è ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che valuterà le responsabilità penali connesse non solo alla truffa, ma anche alla detenzione delle sostanze anabolizzanti. Nel frattempo, le indagini proseguono per identificare eventuali ulteriori vittime e ricostruire l’intera rete di attività illecite.

Il comandante della Compagnia Carabinieri di Bressanone, Capitano Ottavio Tosoni, soddisfatto dell’esito dell’operazione, ha dichiarato: “Questo intervento rappresenta un esempio concreto dell’efficacia della collaborazione tra le Forze dell’Ordine e della nostra determinazione nel contrastare attività illecite di qualsiasi natura. La nostra azione è mirata a proteggere la comunità e a fermare chiunque cerchi di ingannare i cittadini, mettendo in pericolo la loro sicurezza economica. Invitiamo chiunque sospetti di essere stato vittima di un reato simile a denunciare senza indugi. Ogni segnalazione è fondamentale per ricostruire la rete di attività illecite e fermare i responsabili.”

Analoga soddisfazione è stata espressa dal Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza, Cap. Filippo Ruzzarin, che ha sottolineato: “La proficua collaborazione tra Forze di Polizia ha consentito di tutelare non solo i cittadini truffati, ma anche i molti imprenditori che ogni giorno lavorano onestamente. Chi non rispetta le regole inquina il mercato, compromettendo la sana e leale concorrenza tra le imprese.”

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