Emiliano e Leccese ricordano con le commemorazioni l’incidente che scosse la Puglia. Il governatore: “A volte la giustizia è imperfetta”.
Andria – Sono le 11.05 del 12 luglio 2016. Un boato devastante scuote le campagne tra Andria e Corato nel bel mezzo di un’afosa mattina estiva. Due treni, di proprietà di Ferrotramviaria, si sono appena scontrati sulla linea Bari-Barletta: viaggiavano in direzioni opposte (uno da Andria e uno da Corato), l’impatto su una curva affiancata da uliveti, visuale cieca per i due macchinisti che fino all’ultimo non potevano rendersi conto di niente.
Sconvolgente la scena davanti agli occhi di chi accorre: le prime due carrozze e la parte anteriore della terza del treno proveniente da Andria sono totalmente disintegrate, così come la prima carrozza di quello che viaggiava nell’altro senso, la cui seconda carrozza è deragliata. Gli altri vagoni ancora sui binari, quasi intatti. I convogli viaggiavano a velocità comprese tra 94 e 101 chilometri orari. A bordo, in totale, 84 persone. Il bilancio è tragico: 23 morti e 58 feriti. Tra le vittime entrambi i macchinisti, un capotreno, un Dirigente di Movimento fuori servizio e 19 passeggeri.
I soccorsi furono complicati dalla mancanza di una strada di accesso al luogo dell’incidente; alcuni dei feriti furono trasportati in elicottero agli ospedali vicini. Per quasi sette anni, in attesa della verità giudiziaria, la tratta è rimasta chiusa, creando grossi disagi per i pendolari. Il 3 aprile 2023 la riapertura della linea, questa volta su doppio binario. Per l’incidente, in primo grado, l’anno scorso sono stati condannati il capostazione di Andria, Vito Piccarreta, e il macchinista del treno partito da Andria e diretto a Corato, Nicola Lorizzo, mentre sono stati assolti 14 imputati ed è stata esclusa la responsabilità civile di Ferrotramviaria, imputata per illecito amministrativo.
Nell’anniversario di quel terribile incidente in molti chiedono ancora che venga fatta giustizia, nonostante le sentenze dei tribunali, e ad Andria si è tenuta una cerimonia di commemorazione a cui ha partecipato anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “La giustizia è una cosa imperfetta, sbaglia continuamente. E sbaglia alle volte a danno di persone innocenti. Ma è l’unica che abbiamo”, ha affermato Emiliano a margine della cerimonia. “Alle volte – ha aggiunto – si sbaglia non riuscendo a raccogliere elementi di prova sufficienti nei confronti di persone che forse sono responsabili. I magistrati sono uomini come tutti gli altri quindi, inevitabilmente, sbagliano al punto che noi abbiamo norme anche per la correzione degli errori e si può persino pensare alla revisione di una sentenza di condanna se ci sono nuovi elementi che dimostrano un’innocenza”.
La giustizia, ha proseguito, “resta una cosa imperfetta ed è un’imperfezione che brucia in modo particolare perché ciascuno di noi si aspetterebbe un risarcimento di giustizia che spesso può mancare. In fatti gravissimi spesso le sentenze dei giudici non hanno soddisfatto chi ha sulla propria carne il segno del dolore», ha concluso il governatore evidenziando che «questa giornata nessuno può dimenticarla“. Una cerimonia di commemorazione si è svolta anche a Bari, davanti alla lapide commemorativa all’interno del perimetro della fontana di piazza Moro di fronte alla stazione centrale.
Alle 11:05, orario dello scontro tra i due convogli, il sindaco Vito Leccese, insieme ai sindaci delle comunità coinvolte e ai familiari delle vittime, ha deposto una corona di fiori e osservato un minuto di silenzio assieme ai presenti. “Otto anni fa quell’incidente ferroviario scosse violentemente le nostre vite – ha dichiarato il sindaco Vito Leccese -. La nostra testimonianza collettiva qui, oggi, rappresenta l’idea che mobilità e sicurezza non possono essere vissuti come diritti in contrasto tra loro: bisogna garantire una mobilità sicura“.