Scontri di piazza, la maggioranza accelera sul ddl sicurezza: “Subito in Aula”

Potrebbe approdare a Palazzo Madama i primi di febbraio. Si invoca una nuova norma che tuteli ancora di più le forze dell’ordine.

Roma – Gli scontri di piazza durante le manifestazioni per Ramy Elgaml, il 19enne morto il 24 novembre a
Milano durante un inseguimento dei carabinieri, hanno provocato indignazione e critiche della politica. Fatti del genere vanno perseguiti con più durezza e certezza della pena. Così il centrodestra punta ad accelerare sul ddl sicurezza ora all’esame delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato e a considerare l’ipotesi di una nuova norma che tuteli ancora di più gli agenti nell’esercizio delle proprie funzioni. Affinché non si ripetano casi come quello del maresciallo Luciano Masini, il carabiniere indagato per eccesso di legittima difesa per aver ucciso un uomo che, dopo aver ferito a coltellate 4 persone, stava aggredendo anche lui.

La premier Giorgia Meloni durante l’ultimo incontro con la stampa aveva messo il tema sul tappeto: “Dobbiamo porci il problema che le forze dell’ordine temono di aver fatto il proprio lavoro ed entrano in un calvario”. Poi dopo gli scontri di piazza su Ramy a confermarlo è stato il ministro alla Difesa ,Guido Crosetto: “Dobbiamo immaginare interventi legislativi che tutelino ancor di più le nostre forze dell’ordine nello svolgimento del loro lavoro”, afferma. Mentre, sul fronte parlamentare, il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri, annuncia che chiederà “di far passare direttamente in Aula il disegno di legge sulla sicurezza” per superare così “l’ostruzionismo delle opposizioni in Commissione”.

Il corteo per Ramy

La maggioranza ora chiede che il ddl sicurezza, licenziato dalla Camera il 18 settembre scorso, sia approvato subito al Senato per il via libera definitivo. Il governo a dicembre – anche dopo, secondo indiscrezioni, le interlocuzioni con il Colle – aveva aperto alle modifiche sulle “disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario“. In primis
sulla norma sulle detenuti madri (viene eliminato il divieto di carcere per chi ha figli sotto l’anno di età) e sullo stop all’acquisto delle Sim imposto ai migranti che non esibiscono un titolo di soggiorno valido. Tra le norme contestate dall’opposizione l’equiparazione della resistenza passiva alla violenza per integrare il nuovo reato di rivolta in carcere o nei centri per i migranti e il giro di vite sulla cannabis light.

Ma l’indicazione dell’esecutivo era quella di procedere solo a cambiamenti minimi che, però, causerebbero un nuovo passaggio alla Camera. La Lega si è subito opposta ai ritocchi e con il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni ha chiesto che il testo non venga modificato. Ora anche gli altri partiti del centrodestra provano a far sì che il ddl passi così com’è ipotizzando eventuali cambiamenti magari in un provvedimento successivo. “E’ ora che ciascuno si assuma, dai massimi vertici istituzionali ai livelli più bassi, le proprie responsabilità davanti agli italiani”, dice il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri. “Serve un intervento legislativo per tutelare le forze dell’ordine”. Anche il Viminale ha diffuso dei dati che spingono verso la direzione di accelerare sul ddl sicurezza.

Nel corso del 2024, secondo i dati del ministero dell’Interno, in Italia sono state organizzate 12.302 manifestazioni (+9,7% rispetto al 2023). In particolare, 4.187 sono state organizzate per motivazioni sindacali e occupazionali (+38,8%), mentre 1.874 sono state promosse a sostegno della pace (+39,3%). In 322 casi si sono registrate delle criticità (-18,9% rispetto al 2023). In totale, nel 2024 i feriti tra gli appartenenti alle Forze di polizia sono stati 273 (+127,5%), mentre nel 2023 erano stati 120. Il ministro Piantedosi ha richiamato alla condivisione, da parte di tutti, del rifiuto dell’utilizzo della violenza come strumento della lotta politica, condivisione fin qui – si ritiene al ministero dell’Interno – spesso negata
da prolungati silenzi o da argomentazioni talvolta incomprensibili tese in alcuni casi più a stigmatizzare il
comportamento delle forze dell’ordine invece che i comportamenti dei delinquenti.

Non a caso nelle sue interlocuzioni il responsabile del Viminale ha ricordato come il testo normativo
era stato fortemente voluto
proprio perché introdurrebbe importanti innovazioni nella direzione di un maggiore sostegno alle forze dell’ordine. Al momento il provvedimento è in stand by (si prevedono, tra
l’altro, pene più severe per chi provoca danni durante le manifestazioni, si allarga il ‘daspo urbano’ e gli agenti di sicurezza potranno indossare la ‘bodycam‘ e portare senza licenza alcuni tipi di armi), anche perché la Commissione affari costituzionali (sta esaminando il ddl insieme alla commissione Giustizia) di palazzo Madama è impegnata con la conversione del dl milleproroghe. Il termine per gli emendamenti è stato fissato al 21 gennaio, il provvedimento potrebbe approdare nell’Aula di palazzo Madama i primi giorni di febbraio.

Bodycam

Per Domenico Pianese, Segretario Generale del sindacato di Polizia Coisp “Siamo di fronte a un allarme sociale senza precedenti: le Forze dell’Ordine stanno diventando un vero e proprio bersaglio. Nel 2024, quasi un agente è rimasto ferito ogni giorno, e durante le manifestazioni critiche la probabilità di violenza è arrivata all’85%. Ma la minaccia non si limita alle piazze: i poliziotti sono sempre più colpiti anche dalla criminalità predatoria”. Rispetto al 2023, infatti “i feriti tra le Forze dell’Ordine sono aumentati del 42% al giorno, un dato che segnala una pericolosa deriva. Ogni settimana, – conclude – oltre 5 colleghi finiscono all’ospedale, spesso in condizioni gravi, vittime di attacchi che non rispettano più alcun limite. Chi indossa una divisa è diventato il bersaglio di una violenza crescente, che colpisce tanto nelle manifestazioni quanto nelle operazioni quotidiane contro gruppi criminali sempre più organizzati e violenti”.

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