Scomparsa di Gianpaolo Filippini: il giallo del coltello e le tensioni con il fratello

Il caso dell’operaio scomparso, tra tensioni familiari e minacce. La versione del gemello stride con il racconto dei colleghi.

Abbiategrasso – Sono passati quasi tre mesi dalla scomparsa di Gianpaolo Filippini, il 57enne di Abbiategrasso sparito nel nulla il 17 marzo scorso. Nonostante le ricerche intensive e l’attenzione mediatica, la sua scomparsa resta un giallo. Tanti gli interrogativi che continuano ad alimentare sospetti e preoccupazioni.

I primi segnali d’allarme

La scomparsa di Gianpaolo Filippini risale al 17 marzo scorso. La prima segnalazione è arrivata dai colleghi di lavoro della Siderinox di Caselle Morimondo, allarmati dall’inspiegabile assenza del 57enne dal posto di lavoro. Gianpaolo Filippini, che viveva con il fratello gemello Gianluca ad Abbiategrasso, aveva comunicato al datore di lavoro di avere una leggera influenza proprio il giorno della sua scomparsa.

La mattina seguente il suo mancato rientro ha allarmato i colleghi, che hanno condiviso un post sulla pagina social dell’azienda.

Il post condiviso dai colleghi di Filippini

La denuncia ufficiale è stata poi formalizzata dal fratello gemello presso la locale caserma dei carabinieri. A quel punto hanno preso il via le indagini, che si sono subito concentrate sui rapporti tesi all’interno della famiglia.

Le tensioni familiari al centro dell’inchiesta

Fin dalle prime testimonianze, è emerso un quadro di forti contrasti tra i due fratelli gemelli, tensioni che si sarebbero acuite dopo la morte della madre, risalente a circa due anni fa. Due versioni completamente contrastanti hanno caratterizzato la ricostruzione dei rapporti familiari.

Gianluca, il fratello gemello, ha sostenuto che fosse Gianpaolo a non volere che lui se ne andasse di casa, arrivando a “pressarlo” per impedirgli di trasferirsi altrove. Parole che stridono completamente con il racconto fatto dalle sorelle e dai colleghi di Gianpaolo, secondo i quali la situazione era diametralmente opposta. Stando alla loro testimonianza, era Gianpaolo a volere che Gianluca lasciasse la casa familiare, esasperato dalle continue richieste di denaro e dalle tensioni continue con il fratello.

Episodi di violenza e minacce

La trasmissione “Chi l’ha visto?” si è occupata del caso in più occasioni. Durante una delle ultime puntate, sono emerse testimonianze inquietanti sui rapporti tra i due fratelli. Una delle sorelle Filippini ha riferito di un episodio particolarmente grave, che confermerebbe i rapporti tesi tra i due gemelli. In un’occasione Gianluca avrebbe minacciato Gianpaolo con un coltello. Quest’ultimo aveva inizialmente pensato di denunciarlo, salvo poi ripensarci, probabilmente per non mettere nei guai il fratello.

Alcuni conoscenti hanno inoltre riferito di aver visto Gianluca schiaffeggiare e strattonare il fratello in pubblico, mentre colleghi di lavoro hanno riferito che una mattina Gianpaolo si era presentato con un occhio nero. Il 57enne aveva parlato di una caduta dalla bicicletta.

Dal canto suo, Gianluca Filippini ha sempre negato le accuse più gravi. “Non ho mai messo le mani addosso a mio fratello. L’ho minacciato solo con le parole”, ha raccontato, ammettendo esplicitamente le intimidazioni verbali. Ha poi aggiunto: “Se volevo fare del male a mio fratello, lo facevo a casa”.

Una convivenza diventata impossibile

La situazione tra i due fratelli era degenerata al punto che Gianpaolo, pur di non incontrare il gemello, aveva iniziato a dormire in auto o in garage.

Una delle sorelle, ai microfoni di Chi l’ha visto?, ha confermato le liti continue tra i due fratelli: “Era Gianpaolo che non voleva vivere più con Gianluca, voleva che se ne andasse perché era continuamente pressato da queste sue frequenti richieste di denaro, questi suoi modi di rispondere, le minacce non più velate. Era Gianpaolo che non ne poteva più e che voleva che Luca andasse via”.

Le ricerche e i ritrovamenti misteriosi

Le indagini sulla scomparsa di Gianpaolo Filippini hanno avuto una svolta significativa lo scorso aprile, quando è stata ritrovata la bicicletta in uso al 57enne a Turbigo, a circa 30 chilometri da casa. Insieme alla bici sono stati ritrovati il cappellino e gli occhiali appartenenti all’operaio scomparso.

Un ex collega ha dichiarato di aver visto Gianpaolo il 18 marzo, quindi il giorno successivo alla scomparsa, sulla strada per Turbigo in sella alla sua bici ma la sorella non esclude che qualcuno possa aver indossato il cappellino di Gianpaolo e usato la sua bicicletta per depistare le indagini.

Ad aprile 2025 le ricerche si sono intensificate. I carabinieri della compagnia di Legnano, insieme ai sommozzatori, hanno ispezionato il Naviglio. Al lavoro anche vigili del fuoco ed elicotteri per le ricerche tra Turbigo e Castelletto di Cuggiono. Nessuna novità è emersa finora dalle perlustrazioni.

Sommozzatori al lavoro

Un giallo che si infittisce

A distanza di quasi tre mesi, il caso di Gianpaolo Filippini resta un puzzle sempre più intricato, a cui mancano tanti, troppi tasselli. Al momento gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi, dall’allontanamento volontario per sfuggire alle tensioni familiari, alla possibilità di un incidente durante il tragitto in bicicletta, fino all’ipotesi più grave di un intervento di terze persone.

Le ricerche proseguono senza sosta ma con il passare dei giorni le speranze di familiari e colleghi si fanno sempre più flebili.

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