Savignano sul Panaro, riaperto il caso dell’agricoltore morto: indagata l’ex badante

Dopo cinque anni la Procura di Modena iscrive nel registro degli indagati la donna moldava, che si era dileguata.

Savignano sul Panaro – Cinque anni dopo la misteriosa morte di Luciano Coppi, agricoltore 77enne trovato privo di vita nel letto della propria abitazione a Savignano sul Panaro (Modena), la giustizia riapre il caso. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati l’ex badante dell’uomo, una donna moldava di 50 anni, con l’ipotesi di omicidio volontario. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto l’opposizione all’archiviazione presentata dalla famiglia della vittima, disponendo l’imputazione coatta e aprendo a un incidente probatorio per far luce sulle cause del decesso.

Era il 22 novembre 2020 quando il corpo senza vita di Luciano Coppi venne rinvenuto nel letto della sua abitazione. L’uomo, molto conosciuto nella zona per la sua attività agricola, sembrava essere morto per cause naturali. Inizialmente, la Procura aprì un fascicolo per omicidio contro ignoti ma le indagini successive e la perizia medico-legale ufficiale indicarono una morte naturale, portando alla richiesta di archiviazione del caso.

Tuttavia, fin dai primi momenti, i familiari dell’uomo sollevarono dubbi sull’accaduto. La badante moldava che assisteva Coppi risultò irreperibile dopo il ritrovamento del corpo e dall’abitazione sarebbero spariti alcuni effetti personali del 77enne. I sospetti si concentrarono subito sulla donna, tanto da spingere i familiari a richiedere nuove indagini.

La famiglia di Coppi si è opposta due volte alla richiesta di archiviazione. Decisiva, in questo senso, è risultata una consulenza medico-legale di parte, che ha evidenziato la possibilità di una morte per soffocamento. Secondo il medico incaricato dalla famiglia, vi sarebbero elementi concreti per ipotizzare una morte violenta, contrariamente alla valutazione iniziale di decesso naturale.

In seguito a queste evidenze, il giudice ha accolto le richieste della famiglia, disponendo una riapertura del fascicolo. L’indagine ha quindi preso una nuova direzione, con un esame più approfondito delle circostanze del decesso e delle condizioni in cui venne trovato il corpo.

Il gip del Tribunale di Modena, accogliendo l’opposizione dei familiari e scostandosi dalla posizione del pubblico ministero, ha disposto l’imputazione coatta della badante. La donna, ora formalmente indagata per omicidio volontario, è stata rintracciata dopo essere rimasta irreperibile per diversi anni.

L’avvocato Giorgio Pellicciardi, legale della famiglia Coppi, ha confermato che l’iscrizione nel registro degli indagati è stata “un atto dovuto” dopo l’analisi della nuova documentazione. La consulenza di parte ha infatti convinto il giudice a non archiviare il caso, aprendo invece a un’ulteriore fase investigativa.

Su richiesta del pubblico ministero, è stato ora disposto un incidente probatorio, con l’obiettivo di chiarire le cause esatte della morte di Luciano Coppi. L’esito di questo nuovo accertamento potrà risultare decisivo per l’eventuale rinvio a giudizio della badante moldava.

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